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15/10/2010 04:05:52

Mafia e massoneria: processo Hiram verso la conclusione. Ecco l'audio di requisitorie e arringhe

 L'indagine è quella che sviluppata dai carabinieri di Trapani due anni addietro ha portato a scoprire l'esistenza di uno dei tanti "patti" tra criminalità organizzata, mafiosa, e le istituzioni, attraverso il mondo della massoneria.

Ascolta qui l'udienza con le requisitorie delle arringe e gli interventi degli avvocati:

Un ruolo centrale nella vicenda lo ha ricoperto il faccendiere umbro Rodolfo Grancini, già condannato in abbreviato a sei anni e sei mesi, un avvocato vicino ad ambienti massonici e presidente di uno dei Circoli del Buon Governo di Marcello Dell'Utri. Il suo ruolo era quello di setoghe_csm_N.jpgguire le sorti di una serie di processi in Cassazione, lavorando su alcuni contatti interni alla seconda sezione della Corte per ottenere informazioni riservate. A giovarsene, secondo le accuse, alcuni personaggi ritenuti a vario titolo vicini a Cosa Nostra come il capo storico del mandamento di Mazara del Vallo, Mariano Agate, suo figlio Epifanio e suo fratello Giovan Battista, avrebbero trovato appoggi anche presso i gesuiti romani, un sacerdote, Ferruccio Romanin è stato scoperto a scrivere lettere di supplica a giudici in favore del giovane Epifanio.Per l'imprenditore mazarese Michele Accomando i pm hanno richiesto alla terza sezione del Tribunale di Palermo la condanna a 6 anni, per l'altro imprenditore marsalese Nicolò Sorrentino 7 anni, per il ginecologo palermitano Renato De Gregorio 4 anni. La pena più alta è stata invocata per l'agrigentino Calogero Licata, per cui sono stati richiesti 12 anni, mentre per l'impiegato della Cassazione, Guido Peparaio, i pm hanno escluso l'aggravante mafiosa e hanno chiesto 7 anni e 6 mesi. Gli imputati sono accusati a vario titolo di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari, peculato, accesso abusivo ai sistemi informatici giudiziari e rivelazione di segreti d'ufficio.
 Secondo la ricostruzione dei pm Asaro e Guido gli imputati sarebbero riusciti a far ritardare la celebrazione di udienze e ad evitare il rientro in cella di persone arrestate o condannate. Ad esempio l'agrigentino Calogero Russello, secondo l'accusa, avrebbe fatto dare a Grancini, da Nicolò Sorrentino, pure lui imputato, cinquemila euro, per ottenere che un fax contenente l'ordine di riportarlo in cella rimanesse fermo in Cassazione per oltre un mese, tra febbraio e marzo del 2006. Il