dei supermercati Despar in Sicilia Occidentale. Nel corso dell'ultima udienza i Pm Micucci e Marzella hanno fatto il quadro delle accuse. Grigoli, il re dei supermarket è stato definito «a disposizione di Matteo Messina Denaro, ma anche capace di contrattare con lui, come dimostra il contenuto di uno dei pizzini a firma Alessio inviati a Bernardo Provenzano». Il pizzino a cui si riferiscono i Pm è quello in cui Messina Denaro si impegna con Provenzano a chiedere lumi al suo "paesano" Grigoli per l'apertura di un punto Despar a Corleone, con prestanomi della famiglia di Provenzano. Grigoli, dunque, non sarebbe vittima della mafia, come ha sostenuto in aula, ma un aggregato a Cosa Nostra. Per questo, i due Pm ne hanno chiesto la condanna a 15 anni di carcere. Otto anni, invece, sono stati invocati per Messina Denaro.
In un altro biglietto Messina Denaro chiedeva a «Binnu» di intervenire a tutela di Grigoli in provincia di Agrigento perché si trattava di un uomo a lui vicino, in una lite con il boss Falsone. «Ciò - ha detto la Micucci - è confermato dai collaboratori Maurizio Di Gati, che ha dichiarato che chiedere il pizzo a Grigoli era come chiederlo a Messina Denaro, e Calogero Rizzuto». Il pm ha sottolineato che «Messina Denaro era in possesso della contabilità di Grigoli, nei pizzini c'è corrispondenza esatta di cifre». Pizzini con cui Messina Denaro chiedeva a Provenzano di decidere sulla querelle tra Grigoli e il boss di Ribera (Capizzi).
Ascolta qui un passo della requisitoria del Pm Marzella.
Alle richieste dell'accusa (chiesta anche la confisca dei beni sequestrati) si è associato l'unico avvocato di parte civile, Giuseppe Novara, legale dell'Associazione antiracket di Trapani. Oggi interverranno gli avvocati difensori Antonello Denaro, Paolo Tosoni e Maurizio Rivilli.
Nel frattempo ieri sono arrivate le prime condanne nel processo Golem. Il gup di Palermo, Marina Petruzzella, ha condannato cinque presunti fiancheggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro. Sono Franco Indelicato, condannato a 10 anni; Domenico Nardo (8 anni); Giuseppe Arcà , (6 anni); Giuseppe Indelicato (3 anni) e Lea Cataldo (3 anni). Gli imputati, accusati a vario titolo di concorso in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni e traffico di stupefacenti, sono stati inoltre condannati a risarcire, in via provvisionale, le parti civili: Confindustria Trapani ed il Comune di Campobello di Mazara.
I cinque erano imputati nell'ambito del procedimento denominato "Golem 1", che vede complessivamente indagate 15 persone. Due - Leonardo Bonafede e Francesco Luppino - sono sotto processo, con il rito ordinario, al Tribunale di Marsala. Le altre posizioni sono state stralciate.