I lavoratori dopo la loro denuncia rimasero disoccupati, a differenza degli altri loro colleghi, quando, poco tempo dopo, iniziò a gestire il servizio la Csi di Sciacca. Rimasti senza lavoro, perché non assunti dalla società (Csi) subentrata alla «Servizi scolastici e sociali», i sette autisti che adesso hanno vinto la causa il 19 febbraio 2008 decisero di rendere più visibile la loro protesta incatenandosi sotto la loggia di Palazzo VII Aprile, sede del Consiglio comunale.
Con un cartello sul quale campeggiava la scritta «senza lavoro per aver chiesto il rispetto dei nostri diritti», con chiaro riferimento alla denuncia presentata l'anno precedente, spiegavano il motivo della loro iniziativa.
Adesso, però, il Tribunale civile, sezione lavoro, ha dato loro ragione, condannando, in solido, la Sss e il Comune di Marsala ad un risarcimento complessivo di circa 300 mila euro. La sentenza è immediatamente esecutiva. E dunque, anche in caso di ricorso in appello, che di certo sarà proposto, i soccombenti devono pagare. E se la Sss non ha somme in cassa, dovrà essere il Comune a sborsare l'intera cifra. Con conseguente ''debito fuori bilancio''. Nell'esposto presentato alla magistratura nel 2007 si affermava che la ''Servizi scolastici e sociali'' applicava agli autisti un contratto di lavoro analogo a quello delle coop di facchinaggio e trasporto merci. In pratica, gli autisti risultavano ''facchini'' e ''lavagisti'' e per questo motivo retribuiti con un salario pari a 6,60 euro lordi per ogni ora di servizio, mentre il datore di lavoro avrebbe introitato (prima dal Comune, poi da ''Marsala-Schola'') l'importo di 14,03 euro. Lucrando così, secondo l'esposto, sulla differenza. Era stato, inoltre, denunciato che i lavoratori venivano licenziati alla fine del servizio e riassunti al riavvio dell'anno scolastico, senza il riconoscimento di ferie, trattamento di fine rapporto, tredicesima mensilità e festività . E i sette lavoratori chiesero il sequestro preventivo e conservativo della documentazione contabile e fiscale. Per diverso tempo, insomma, la Sss, secondo gli autisti che hanno sporto la denuncia, avrebbe violato una serie di norme varate dallo Stato a tutela dei lavoratori. A difendere questi ultimi è stato l'avvocato Luigi Messina, che all'inizio del 2008, per la mancata assunzione dei sette autisti da parte della Csi, che nel frattempo aveva vinto l'ultima gara d'appalto bandita da Marsala-Schola, aveva chiesto, inutilmente, la revoca dell'aggiudicazione del servizio alla ditta di Sciacca. «Il bando di - evidenziò il legale - prevedeva l'assunzione di tutto il personale in servizio presso il consorzio di ditte che gestiva il servizio nel biennio 2006-2007».
Dopo la sentenza del Tribunale civile di Marsala, sezione Lavoro, altre 42 persone, impegnate nello stesso servizio, hanno proposto ricorso al giudice del lavoro per motivi analoghi.
Stavolta, il ricorso è contro la Csi di Sciacca, già al terzo anno di gestione del servizio. Stavolta, agendo in linea con la sentenza emessa nei giorni scorsi, il Tribunale civile potrebbe stabilire un risarcimento complessivo di almeno un milione e mezzo di euro.
Nel frattempo la Filcams-Cgil ha presentato un esposto in Procura con il quale denuncia irregolarità nelle procedure d'appalto del servizio scuolabus, nonché omissioni da parte dell'ente appaltante, Marsala-Schola, che avrebbero consentito alla società che gestisce il servizio (Csi di Sciacca - Ciulla di Paceco) di violare, senza conseguenze, il contratto d'appalto.
Tra le ''violazioni'' al csa, nell'esposto a firma di Vito Gancitano, segretario provinciale della Filcams-Cgil, si segnala ''l'obbligo da parte della ditta di assumere un numero non inferiore di 32 autisti e di 41 assistenti, attingendo i nominativi da un elenco stilato dall'Istituzione (Marsala-Schola, ndr), nel rispetto dell'ordine sequenziale dello stesso, nel quale sono inseriti tutti i lavoratori che hanno svolto servizio scuolabus negli anni 2007, 2008, 2009 e 2010''.
Inoltre il comma che ''stabilisce l'impegno da parte della ditta di assumere autisti ed assistenti da utilizzare nell'espletamento del servizio stipulando contratti di lavoro individuali non inferiori a 24 ore settimanali».
Con contratto per ferrotranvieri e trasporto pubblico locale. Ad oggi, però, evidenzia Gancitano, «queste condizioni non si sono verificate, poiché l'orario di lavoro settimanale, già nei due appalti precedenti e in quello attuale, applicato al personale, soprattutto agli assistenti, risulta più ridotto ed estremamente differenziato, mentre in riferimento al Cnnl e ai livelli retributivi e previdenziali di riferimento, l'azienda ha applicato e sta ancora applicando il Ccnl per il settore delle pulizie».
Si denuncia che «le somme sottratte ai lavoratori, come differenze salariali, contributive e previdenziali ammonterebbero a 280-300 mila euro per ciascun anno d'appalto».