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24/11/2010 12:13:46

Lo Stato sarà parte civile nel processo per le stragi del 1993

E' quanto ha comunicato in una nota oggi la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ricordando di essersi già costituita parte civile con i ministeri dell'Interno e dell'Istruzione nel procedimento penale contro Leoluca Bagarella ed altri fin dal 1996.

"Tale costituzione non è stata mai revocata. Per quanto riguarda il procedimento aperto in data 23 novembre 2010, si è immediatamente proceduto ad autorizzare la costituzione di parte civile contro l'unico, ulteriore imputato, non appena è giunta - in ritardo - notizia del processo", dice la nota.

Nel comunicato si sottolineano una serie di aspetti che renderebbero poco efficiente il metodo seguito per notificare il procedimento alla pubblica amministrazione. E si osserva che "dovrebbe essere dovere della stessa Autorità Giudiziaria portare l'atto a conoscenza degli interessati, tra i quali certamente vi è chi ha già tangibilmente manifestato tale interesse. Per sanare la situazione processuale sono state richieste le necessarie iniziative per il tramite dell'Avvocatura dello Stato".

Ieri l'avvocatura dello Stato non si era presentata al tribunale di Firenze dove si è aperto il processo contro il presunto boss di mafia Francesco Tagliavia, accusato di concorso nelle stragi di mafia degli anni Novanta. Sembrava pertanto decaduta la possibilità per lo Stato, assente insieme al Comune di Milano e quello di Roma, di costituirsi parte civile, cosa che invece hanno fatto il Comune di Firenze, la Regione Toscana e circa 30 privati cittadini.

Tagliavia, già in carcere, è stato raggiunto nel marzo scorso da una nuova ordinanza di custodia cautelare nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla procura di Firenze sulla stragi di mafia del 1993- 94 a Firenze, Roma e Milano. A indicarlo come uno degli esecutori della stagione di attentati degli anni Novanta è stato il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, che la procura di Firenze ritiene attendibile.

Tagliavia deve rispondere di devastazione e strage in concorso.

Secondo l'ipotesi accusatoria, Tagliavia -- già condannato all'ergastolo per l'omicidio di Salvatore Borsellino, in concorso con altre persone, tra le quali Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, Filippo e Giuseppe Graviano, Matteo Messina Denaro, Bernardo Provenzano, Salvatore Riina e Vittorio Tutino -- in esecuzione di un disegno criminoso attuato per finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine costituzionale, e per agevolare l'attività di "cosa nostra", avrebbe contribuito alla realizzazione degli attentati commessi nel '93 in varie zone di Roma, in via dei Georgofili a Firenze, in via Palestro a Milano e nel '94 allo stadio Olimpico di Roma e a Formello.

Per l'accusa, Tagliavia si sarebbe attivato per l'organizzazione dei fatti di strage e nella gestione della fase attuativa dei delitti, mettendo a disposizione alcuni esecutori e finanziandone le relative trasferte.