Lo ha detto Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo e testimone chiave della trattativa tra Stato e Cosa Nostra, in merito alle notizie riportate da alcuni quotidiani su un suo coinvolgimento in un’indagine di riciclaggio che vede coinvolti personaggi vicini alla cosca Piromalli.
‘‘Con Stangi (personaggio che secondo gli inquirenti graviterebbe in ambienti mafiosi della ‘ndrangheta, ndr) – ha aggiunto – ho avuto rapporti d’affari, mediati da un commercialista, e legati ad una fornitura di acciaio, attivitĂ di cui mi occupo. Ho ricevuto, sempre tramite il professionista, da Stangi assegni per 60 mila euro circa, appunto come pagamento della fornitura, ma non mi sono mai prestato a dargli in cambio contanti come viene fuori dalle notizie di oggi”. Secondo indiscrezioni, infatti, da un’intercettazione ambientale che coinvolgeva Stangi sarebbe emerso che Ciancimino si sarebbe detto disponibile a scambiare gli assegni con denaro liquido. ”E’ vero – ha proseguito – che all’incontro, a Verona, andai senza scorta. Lo faccio a volte per evitare di presentarmi ad appuntamenti con la tutela per fare in modo di non creare imbarazzo con i miei interlocutori”.
”Questa fuga di notizie, che pregiudica gravemente l’indagine – ha proseguito – si inserisce e arriva in un momento particolare e la cosa non può che destare sospetti”. ”Resto sorpreso – ha concluso – da queste singolari concomitanze di notizie e dall’aggressione di politici come Alfano e Gasparri, garantisti quando toccati da vicino da certe vicende e capaci, invece, di lanciarsi in oscuri teoremi quando le indagini riguardano altri”.