Ora è caccia al cugino di Salvatore, Vito, 44 anni, anche lui condannato all'ergastolo in appello per la strage di via Zuaboni a Brescia, nell'agosto 2006, in cui vennero torturati ed uccisi Angelo Cottarelli, la moglie Marzenna Topor e il figlio 17enne Luca.
Vito Marino figlio del boss mafioso di Paceco, Girolamo Marino, detto "Mommo 'u nanu".
Dopo l'interrogatorio Marino verrà estradato: su di lui pende infatti un mandato di arresto europeo richiesto e ottenuto dalla procura generale di Brescia, che coordina le indagini.
Sarà detenuto in un carcere italiano, probabilmente a Canton Mombello, dove era già stato detenuto dall'arresto nel settembre del 2006 fino all'assoluzione in primo grado.
«Ho saputo dell'arresto di Salvatore Marino dalla telefonata di un amico. È sicuramente una bella notizia», ha commentato Mario Cottarelli, fratello di Angelo. Ha poi detto: «Non so se incontrerò, in futuro, Salvatore Marino. Ma non ho alcuna intenzione di perdonare lui e il cugino».
L'avvocato Giuseppe Pesce, uno dei difensori dei due cugini, ha invece affermato che «il nuovo anno inizia con l'arresto di un innocente, non posso che esserne dispiaciuto».Il Guardasigilli Alfano in una nota, sottolinea in particolare «la straordinaria capacità d'intervento dimostrata dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenzia - continua la nota - che ha condotto, insieme allo Sco e alla squadra mobile di Trapani, questa delicata operazione che ha visto la collaborazione dell'Interpol e della polizia iberica. Auspico che il risultato della missione - conclude Alfano - sia di esempio per tutti gli appartenenti al Corpo, consapevole che il lavoro quotidiano e il sacrifico degli uomini della Polizia Penitenziaria costituisce parte delle solide basi su cui si regge l'onesta società di questo Paese».