Sono stati centrati ad un incrocio da un'auto, una Bmw, che procedeva secondo le stime a 120 Km/h, guidata da un giovane pastore campobellese, F.G., di 21 anni, rimasto illeso. In ospedale il papà dei due bimbi ,rimasto anche lui ferito nell'impatto. Un'intera famiglia, la famiglia Quinci, di Campobello di Mazara è andata dunque distrutta in un incidente gravissimo. Si trovavano a bordo della loro Fiat 600.
Le vittime sono Lidia Mangiaracina, 37 anni, e suoi due figli di 12 e 10 anni. Baldassarre Quinci, invece, marito e padre delle vittime (maresciallo all'Aeronautica Militare) si trova ricoverato in gravi condizioni a Palermo.I due fratellini sono morti sul colpo, la madre è deceduta all'ospedale di Castelvetrano, mentre il 21enne sulla Bmw è rimasto illeso. Illesa pure la ragazza di 17 anni che era con lui.
Sul posto sono immediatamente intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri. Proprio dai carabinieri viene il comunicato ufficiale sul gravissimo episodio:
Verso le 23:00 di ieri, sabato 15 gennaio, a Campobello di Mazara (TP), in pieno centro abitato, si è verificato un grave incidente stradale che ha coinvolto due autovetture, una BMW “320D” condotta da F.G., pastore 21enne campobellese incensurato, con a bordo la fidanzata 17enne, ed una FIAT “600”, condotta da B.Q., Maresciallo dell’Aeronautica Militare 43enne di Campobello di Mazara, con a bordo tutto il proprio nucleo familiare: la moglie 37enne L.M., la figlia M.Q. di 12 anni ed il figlio V.Q. di 10 anni.
Dalle indagini e dai rilievi tecnici svolti dai Carabinieri della Stazione di Campobello di Mazara e del Nucleo Radiomobile di Mazara del Vallo, intervenuti sul posto subito dopo il sinistro, è emerso che la Fiat “600”, nella fase finale dell’attraversamento di una intersezione della via IV Novembre – con obbligo di stop – è stata investita dalla BMW “320D”, proveniente dalla perpendicolare via V. Emanuele II ad elevata velocità: stimata in 120 Km/h circa e comprovata da una lunga frenata che prosegue per diverse decine di metri anche oltre il punto d’impatto.
Pertanto, sebbene alle cause del sinistro avrebbe contribuito anche B.Q. con una lieve imprudenza allo stop, la violenza dello scontro e le gravissime conseguenze da esso scaturite sarebbero invece da attribuirsi esclusivamente a F.G., per effetto dell’eccesso di velocità in pieno centro abitato.
La berlina avrebbe dunque investito in piena fiancata destra la piccola utilitaria, sbalzata contro la parete di un’abitazione e rimasta completamente distrutta.
L’intera famiglia è stata immediatamente soccorsa con le ambulanze del 118 presso l’Ospedale di Castelvetrano, dove nell’arco di due ore, a causa dei gravissimi politraumi riportati, sono deceduti prima il bambino e la bambina durante la rianimazione e poi anche la mamma, in sala operatoria, mentre i medici stavano tentando di salvarle la vita con un intervento chirurgico. Il padre e marito delle vittime, dopo le prime cure, è stato invece elitrasportato presso l’Ospedale “Villa Sofia” di Palermo, dove si trova tuttora ricoverato in prognosi riservata a causa di lesioni alla colonna vertebrale ed ad altri organi interni. Per lui i medici non si sono ancora pronunciati circa il riacquisto della mobilità.
I due fidanzati sono rimasti invece quasi del tutto illesi, salvo alcune contusioni senza prognosi. Il giovane conducente è stato sottoposto ad analisi cliniche, da cui è emerso un tasso alcolemico di 0,72 mg x lt, di poco eccedente il limite dei 0,5, ma comunque da considerarsi, a tutti gli effetti, indice di uno stato di ebbrezza alcolica.
Oltre a tutte le contravvenzioni al Codice della Strada previste in questi casi, il sequestro del mezzo ed il ritiro del patente (conseguita da poco più di due anni), i Carabinieri lo hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Marsala con l’accusa di omicidio colposo plurimo, aggravato dallo stato di ebbrezza alcolica: reato che prevede una pena fino a 10 anni di reclusione.
Nondimeno, in attesa di processo e di eventuale condanna, l’indagato rimarrà a piede libero in base ad una precisa norma di Legge che esclude la possibilità di arresto in flagranza di reato, nei casi in cui chi ha causato l’incidente non si dia alla fuga, collaborando ai soccorsi e rendendosi disponibile alla FF.PP., così come è accaduto nel caso di specie. F.G. risulta, per altro, essere stato il primo a richiedere l’intervento del 118.