È una scoperta imbarazzante per Benedetto XVI, anche perché quest'anno in settembre visiterà la Germania, suo paese natale, dove il partito di governo, la Cdu di Angela Merkel, è in prima linea contro l'obbligo del celibato. Disobbedienza di massa di sacerdoti e fedeli, crisi delle vocazioni, esodo dei preti e dei credenti dalla Chiesa, carenza grave di nuovi sacerdoti che siano veramente all'altezza del ministero, perdita di contatto con la realtà della vita d'oggi. Ecco i pericoli che Ratzinger e gli altri otto teologi indicarono nella lettera segreta. La gerarchia decise di non reagire e non rispondere. La lettera finì insabbiata negli archivi, ma adesso il circolo dei cattolici critici di Ratisbona (Akr) ha deciso di divulgarla.
Era il 9 febbraio 1970, Ratzinger aveva appena 42 anni. "Pieni di timor di Dio - scrissero i nove teologi - poniamo la questione della situazione d'emergenza della Chiesa. Le nostre riflessioni riguardano la necessità urgente di una riflessione e di un approccio differenziato sulla legge del celibato della Chiesa. Siamo convinti che ciò sia necessario al più alto livello ecclesiastico".
Scelsero di svolgere così il loro incarico di consiglieri della Conferenza episcopale tedesca sui problemi della fede. "Chi ritiene superfluo un simile chiarimento ci sembra abbia poca fede nell'invito del Vangelo e della Grazia di Dio", si legge ancora nella lettera dei teologi che, a suo tempo, ricordavano come il celibato nella Chiesa fosse una legge ma non un dogma. E ancora: "Teologicamente è ingiusto non ripensare il tema alla luce della nuova situazione storica e sociale. Specialmente i preti giovani si chiedono, alla luce dell'acuta crisi delle vocazioni, come questi problemi della vita della Chiesa e dei suoi pastori potranno essere risolti nei prossimi anni". Chi sceglie il sacerdozio, sottolinearono i nove, affronta solitudine e perdita di riconoscimento del proprio ruolo nella società di oggi, una società altamente sessualizzata.
La lettera di Ratzinger e degli altri otto fu ignorata, non è nemmeno chiaro se la Conferenza episcopale tedesca la inoltrò a Roma o no. La crisi delle vocazioni continua, ma oggi uno dei nove teologi appare dall'altra parte della barricata.
da 'La Repubblica' del 29 gennaio 2011 - ANDREA TARQUINI