che ha raccontato come, dopo l'arresto per mafia dell'imprenditore Tommaso Coppola le sue aziende, in particolare la Siciliana Inerti Bituminosi, fossero entrate in crisi, tanto da rivolgersi a lui per non fare interrompere alcune commesse molto importanti, come quelle della Calcestruzzi Ericina, allora in amministrazione giudiziaria. "Non ritenni opportuno interevenire" ha però detto Finazzo, che ha anche escluso un interessamento del senatore Antonio D'Alì.
Il processo "Cosa nostra resort" tende a dimostrare come l'imprenditore Tommaso Coppola, avrebbe ordinato dal carcere le variazioni di intestazione dei beni per evitarne il sequestro e avrebbe indicato i politici da contattare per ottenere "favori". Gli investigatori hanno accertato che Coppola, con la complicità di consulenti, ha occultato i propri beni, tentando di condizionare settori politici e istituzionali, al livello locale, regionale e nazionale, su strategie imprenditoriali.