Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
01/02/2011 09:22:14

Cosa nostra resort. Ascoltato ieri l'ex Prefetto Finazzo

che ha raccontato come, dopo l'arresto per mafia dell'imprenditore Tommaso Coppola le sue aziende, in particolare la Siciliana Inerti Bituminosi, fossero entrate in crisi, tanto da rivolgersi a lui per non fare interrompere alcune commesse molto importanti, come quelle della Calcestruzzi Ericina, allora in amministrazione giudiziaria. "Non ritenni opportuno interevenire" ha però detto Finazzo, che ha anche escluso un interessamento del senatore Antonio D'Alì.

Il processo "Cosa nostra resort" tende a dimostrare come l'imprenditore Tommaso Coppola,  avrebbe ordinato dal carcere le variazioni di intestazione dei beni per evitarne il sequestro e avrebbe indicato i politici da contattare per ottenere "favori". Gli investigatori hanno accertato che Coppola, con la complicità di consulenti, ha occultato i propri beni, tentando di condizionare settori politici e istituzionali, al livello locale, regionale e nazionale, su strategie imprenditoriali.