Il parlamentare, secondo il pm Piero Padova, che si appresta a chiederne il rinvio a giudizio, sarebbe un prestanome di Angelo Galatolo, esponente del clan mafioso dell'Acquasanta. Il nome di Mineo, che subì una perquisizione nei suoi uffici dell'Ars, viene fuori durante una indagine a carico di un commercialista palermitano. Nello studio del professionista gli inquirenti trovarono alcuni appunti da cui risultava che Mineo aveva acquistato degli immobili per conto di Galatolo. I locali, intestati fittiziamente al politico, vennero sequestrati.