La stima è stata elaborata da Havocscope (www.havocscope.com) per il Global Risk Report 2011 del World economic forum. “Si tratta di un volume d’affari enorme, che è concentrato per l’80 per cento nel cuore produttivo dell’Europa - continua - e che è comunque inferiore al reale peso delle mafie nel Vecchio Continente, visto che la stima non tiene conto dell’ammontare di risorse sottratte all’economia attraverso la corruzione e il controllo di attività legali”. I dati di Havocscope parlano di un sommerso di 250 miliardi di euro che si concentra in Spagna, Italia, Gran Bretagna, Germania e Francia. La quota maggiore di affari illegali si consuma in Spagna (90,1 miliardi), seguita dall’Italia (81,5 miliardi) e dalla Gran Bretagna (45,2 miliardi). “Tutto ciò dimostra quello che le cronache ci raccontano da tempo - prosegue la Borsellino - ossia che la mafia non ha confini né nazionalità. Eppure, nonostante ciò, la parola mafia non è stata mai scritta su un atto della Commissione europea. Il merito di questo convegno è stato proprio quello di portare al centro dell’attenzione dell’Europa il tema della mafia, slegandola dallo stereotipo che la vuole alla stregua di un problema regionale italiano”. Servono strumenti per combattere le organizzazioni criminali, a partire da una direttiva che detti norme comuni ai paesi Ue per l’uso sociale dei beni confiscati alla mafia”.