E' quanto ha sentenziato il giudice dell'udienza preliminare Giuliana Franciosi nel processo con rito abbreviato a otto dipendenti comunali incappati nei controlli «anti-assenteismo» effettuati nella primavera del 2007. A chiedere l'assoluzione, lo scorso 19 gennaio, era stato lo stesso pubblico ministero Annarita Coltellacci.
I dipendenti comunali assolti dall'accusa di truffa ai danni dell'ente per il quale lavorano sono Antonina Argirò, Giuseppe Lombardo, Pietro Paolo Leprotto, Giancarlo Marino, Vito Trapani, Vincenza Maria Di Stefano, Rocco Occhipinti e Gianfranco Panicola. A difenderli sono stati gli avvocati Antonella Bonafese, Stefano Pellegrino e Nunzio Palermo Patera. «Non erano gli attuali imputati - hanno sostenuto i legali nelle loro arringhe - le persone filmate mentre uscivano dal palazzo municipale durante l'orario di servizio. Sono stati commessi errori nell'identificazione delle persone che entravano e uscivano dagli uffici del Comune».
Affermazioni condivise, di fatto, anche dal rappresentante dell'accusa in aula. Ad effettuare i controlli, tra aprile e maggio 2007, furono i poliziotti della sezione pg della Procura, che piazzarono delle micro-telecamere nei pressi del Municipio e di Palazzo VII Aprile, nel tentativo di inchiodare alle loro responsabilità i dipendenti che uscivano in orario di lavoro. Una novantina, all'inizio, i nomi segnati dagli agenti. Poi, ridottisi a 26 dopo avere interrogato i capi settore. La metà di questi, però, riuscì a spiegare perché, durante i controlli, era uscito dall'ufficio (per servizio, con un permesso, etc.). Le richieste di rinvio a giudizio, quindi, furono 13.
Sull'esempio degli otto colleghi assolti, hanno chiesto il processo con rito abbreviato anche gli altri cinque imputati. Si tratta di Giovanni Bruno Canova, Vito Giacalone, Franco Aurelio Coppola, Antonino Tripoli e Michele Pipitone. Per loro, l'udienza è stata fissata per il 17 maggio. A difenderli, oltre a Pellegrino e Bonafede, anche gli avvocati Paolo Paladino e Giampaolo Agate.
Tra gli assolti, intanto, c'è chi non riesce a nascondere l'amarezza per essere rimasto coinvolto in una vicenda giudiziaria che gli ha provocato una buona dose di stress. «Ma questa sentenza - afferma Antonella Bonafede - stabilisce, finalmente, che questi dipendenti non hanno mancato al loro dovere».
Antonio Pizzo - La Sicilia