D’Alì ha ringraziato il Ministro che «ha avuto la sensibilità in 20 giorni di venire ben sette volte in Parlamento» ed ha ricordato che il Governo sta affrontando la crisi mediterranea supportato «dai sentimenti più nobili del popolo italiano» e, soprattutto, «dei siciliani che stanno mettendo a disposizione, con grande slancio, la millenaria consapevole coscienza dei loro rapporti con il Mediterraneo: strutture, uomini, volontariato ed enti locali si stanno tutti prodigando per aiutare il Governo ad affrontare questa difficile emergenza». «Alcune decine di migliaia di possibili rifugiati premono sulle nostre coste – ha detto d’Alì – e proprio perché siamo i più prossimi abbiamo il dovere di affrontare l'emergenza, e l'Europa assieme a noi naturalmente, in termini di aiuti economici, in termini di rafforzamento dei pattugliamenti, in termini di assistenza ai rimpatri, non prima però di aver esaminato con la nostra consueta attenzione e disponibilità umanitaria tutte le situazioni che meritano l'attribuzione della qualifica di rifugiato a coloro che fuggono oggi da quei Paesi». D’Alì ha esortato il Ministro Frattini a proseguire «nella leadership di un'iniziativa mediterranea che ci compete per posizione geografica, per cultura, per settore e per interessi futuri. Ci compete guidare un'Europa distratta e molto spesso strabica nella valutazione della politica estera».
Per d’Alì l’Italia deve essere il Paese promotore «di iniziative internazionali» e di una linea politica «di condivisione delle politiche di sviluppo, della libertà, della democrazia e quindi dell'economia in quei Paesi». Economia cui sono legati anche interessi di imprese italiane che operano tanto in Tunisia (domani ci sarà un tavolo tecnico alla Farnesina che riguarderà le imprese italiane in Tunisia, ndr) quanto in Egitto e che fanno dell’Italia il primo partner commerciale di quei paesi, come anche d’Alì ha ricordato affermando in conclusione che «non è pensabile che il pericolo di mutazioni istituzionali di quei Paesi possa farci allentare la tensione verso l'espansione economica e verso l'integrazione economica con quei Paesi».