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23/02/2011 07:01:45

Lampedusa: ormai è un esodo di massa. Nuovi sbarchi

Il primo sequestro risale al 4 marzo 2009, quando il peschereccio fu assaltato dai libici che, dopo avere sparato alcuni colpi di mitraglia, costrinsero l'equipaggio a seguirli a Tripoli.

L'imbarcazione fu rilasciata dopo cinque giorni. Il 25 agosto 2009 il 'Chiaraluna' fu sequestrato dai tunisini e dirottato nel porto di Sfax. Il rilascio avvenne dopo otto giorni.

9,00 - Malgrado le cattive condizioni del mare proseguono gli sbarchi di migranti dalle coste nordafricane e preoccupa la situazione in Libia, dove i manifestanti sono stati persino bombardati dal colonnello Gheddafi. In mattinata, i carabinieri di Lampedusa hanno bloccato 53 clandestini, che erano riusciti ad approdare direttamente sulla terraferma.

Altri due barconi carichi di migranti, in navigazione verso Lampedusa, sono stati avvistati dalla Guardia di Finanza. Le "carrette del mare" si trovano ancora a 60 miglia dall'isola, in acque di competenza tunisina. Nel Canale di Sicilia sono in corso le ricerche di un altro barcone che sarebbe partito 36 ore fa da Sfax e di cui non si hanno più notizie.

A dare l'allarme sono stati alcuni tunisini ospiti del Centro di accoglienza di Lampedusa, che hanno tentato inutilmente in queste ore di mettersi in contatto con l'imbarcazione attraverso il cellulare di alcuni loro conoscenti che li avevano avvisati prima della partenza.

Il barcone in questione potrebbe essere uno dei due avvistati in acque tunisine, magari dopo essere stato costretto a fare rientro a causa delle cattive condizioni del mare.

Nel corso della giornata di ieri altri 197 tunisini avevano raggiunto l'isola. In questo momento, nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa si trovano meno di mille immigrati, dopo i massicci trasferimenti avvenuti a partire dal pomeriggio di ieri con un ponte aereo verso altri Cpt di Sicilia, Puglia e Calabria.

L'ONU CHIEDE COORDINAMENTO. "Non sappiamo se la protesta verrà recepita o repressa, tutto dipende dalla reazione del potere. Cedere subito all'allarmismo sarebbe sbagliato, ma di certo è importante essere pronti con gli aiuti a fronteggiare un eventuale flusso".

Laura Boldrini, portavoce in Italia dell'Alto Commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati, sottolinea in un'intervista l'imprevedibilità dell'impatto generato dalla crisi libica sui flussi migratori.

"Se le proteste venissero ascoltate, ci sarebbero dei cambiamenti e i libici potrebbero aver interesse a restare in patria", osserva Boldrini. "Ma se il potere non dovesse cedere, è ipotizzabile che i ragazzi protagonisti della rivolta cerchino la fuga".

"L'immigrazione tunisina ha motivazioni economiche ed è possibile che quella libica ne avrebbe di diverse", spiega la portavoce dell'agenzia Onu. "Lo scenario che si profila è nuovo: non facciamoci cogliere impreparati.

Con questa crisi - aggiunge - l'Europa ha una chance di mettere in atto un maggior coordinamento, compresa la condivisione degli oneri nel caso si verificassero le peggiori previsioni e arrivassero decine di migliaia di persone".