E' stata la Procura di Palermo a a fare riesumare il cadavere dopo una denuncia presentata da uno studioso che poneva dei dubbi sulla identita' del cadavere. I medici legali che hanno eseguito degli accertamenti hanno depositato oggi al procuratore aggiunto Antonio Ingroia la conclusione della comparazione del Dna del cadavere riesumato con quello del nipote Giuseppe Sciortino, figlio della sorella di Giuliano, l'unico parente stretto ancora in vita.
A darne conferma e' il procuratore aggiunto Ingroia che spiega: "I consulenti hanno chiesto di potere eseguire ulteriori accertamenti per poter prelevare il Dna personale di Salvatore Giuliano". Da qui la necessita' dei nuovi esami perche' sulla base del Dna estratto dopo la riesumazione i medici legali sono stati in grado di accertare "che esiste una parentela tra il cadavere e Giuseppe Sciortino" ma "non e' possibile accertare se si tratti di una parentela vicina o lontana".
Ecco perche' l'unico accertamento che potra' effettivamente mettere la parola fine su questo mistero che dura da cinquant'anni e' l'esame del Dna prelevato da indumenti o oggetti di proprieta' di Giuliano. Si tratterebbe, secondo quanto si apprende, di un cuscino, una borraccia e alcuni indumenti. "E' necessario il confronto diretto con degli effetti personali di Giuliano -ha spiegato ancora Ingroia- perche' soltanto cosi' potremo sapere se il cadavere riesumato e' quello di Salvatore Giuliano".
A questo punto, si potrebbe anche pensare che il cadavere che da cinquant'anni riposa nel cimitero di Montelepre possa essere quello di un parente di Giuliano sistemato per permettere al bandito di Montelepre di fuggire negli Stati Uniti. A questo punto l'ultima risposta spetta ai nuovi esami disposti dalla Procura di Palermo che vuole trovare una soluzione al giallo.