Truglio è soggetto ad indagini preliminari volte ad accertarne il reato di concorso in emissione di false cartelle di pagamento intestate a nomi inesistenti. Lo stesso atto, notificato lo scorso 11 aprile da parte del sostituto procuratore della Repubblica, Bernardo Petralia, ha convalidato il sequestro, operato lo scorso 8 aprile presso la sede di Santa Ninfa della Belice Ambiente Spa da parte da agenti di Polizia Giudiziaria della Compagnia dei Carabinieri di Castelvetrano, di 311 buste (sulle quali trascritte da postino i motivi della restituzione) contenenti fatture Tia relative all'anno 2008 emesse dalla stessa società d'ambito e pertinenti tutte ad utenze non domestiche (bar, caffè, pasticcerie) e tutte per una superficie pari a 750 mq.
Le buste sequestrate si riferiscono a presunte utenze che si trovano nbei comuni di Mazara del Vallo, Castelvetrano, Vita, Gibellina, Petrosino, Campobello di Mazara, Salemi, Salparuta, Partanna e S. Ninfa.
Inoltre nello stesso atto notificato sembrerebbe che l'informazione di garanzia per questo reato non riguardi solo Francesco Truglio; probabilmente ad essere indagati potrebbero essere anche ex collaboratori di Truglio durante il suo mandato alla guida della Belice Ambiente dal giugno 2006 al maggio 2010.
Contattato telefonicamente, l'avv. Francesco Truglio si è detto tranquillo: «Sono sereno - ha affermato - Da parte mia e del mio staff è stato fatto tutto alla luce del sole. Abbiamo ereditato - ha spiegato Truglio - la banca dati delle utenze da parte della precedente gestione dell'Ato/Tp2 e già dopo l'emissione delle prime bollette della Tia ne erano tornate indietro circa 6.000. Pertanto negli anni successivi, grazie ad un gruppo di lavoro ad hoc, abbiamo "bonificato" le utenze errate ed istituito un fondo di garanzia di circa 3.700.000 euro per prevenire tali rischi in sede di bilancio. Chiederò - ha concluso - immediatamente un incontro con il sostituto procuratore per chiarire, con l'ausilio dei bilanci del 2007, 2008 e 2009, la reale posizione di queste cartelle»