Solo attraverso un corretto stile di vita in famiglia e individuale si riesce a mantenere un buono stato di salute nel corso degli anni: in particolare l’attività fisica è determinante per mantenere il giusto peso corporeo e per ridurre al minimo il rischio di malattie cardiovascolari e degenerative e il rischio di tumori. Inoltre, il gioco prima e lo sport poi, danno notevoli vantaggi e benefici sia sul comportamento sia alla personalità di bambini e di ragazzi: l’attività fisica, infatti, consente di sviluppare in modo armonico tutte le strutture fisiologiche (muscolo-scheletrica, cardiocircolatoria, respiratoria, digerente, escretiva) e garantisce un equilibrio generale che caratterizza la salute e il benessere.
Spesso i professionisti della salute ci ricordano quanto sia dannoso l’agonismo precoce ed esasperato al quale, a volte, bambini e ragazzi vengono sottoposti; allo stesso modo è importante ricordare i danni del “sedentarismo precoce”, cioè del condurre una vita sedentaria fin da piccoli: questa situazione porta a sviluppare , da adulti, rischi estremamente più alti di gravi malattie. Attualmente la percentuale di giovani completamente inattivi arriva a quasi il 30%: a scuola i ragazzi passano molte ore al giorno seduti, poi a casa, fra compiti, televisione, computer e videogiochi, passano sempre seduti almeno 3 ore al giorno; altre 10-12 ore servono per dormire, mangiare e stare in famiglia; nelle 24 ore della giornata, il tempo rimasto da dedicare allo sport è minimo. Se si pensa che, secondo gli studiosi, i bambini devono fare almeno 60 minuti di attività fisica al giorno, ci rendiamo conto che quelli inattivi sono almeno l’80%: un numero davvero molto elevato di persone che avrà un rischio maggiore di gravi problemi di salute.
Per favorire la buona pratica quotidiana dell’attività fisica, bisognerebbe garantire a bambini e ragazzi spazi adeguati dove potersi muovere, consentire ai genitori di dedicare parte del loro tempo a educarli al movimento partecipando alla loro attività fisica, favorire la creazione di gruppi di amici che fanno sport insieme e migliorare la percezione del senso di benessere e di salute che si ottiene con l’allenamento continuo e costante. I vantaggi dal punta di vista psicologico e comportamentali sono notevoli e si riscontrano quasi immediatamente con un miglioramento sia dei rapporti con i genitori e con gli amici sia dei risultati scolastici. Ai giovani, non fare attività fisica regolarmente può causare una serie di disagi e un malessere emotivo associati a una ridotta autostima verso se stessi; ciò può trasformarsi in una vera e propria difficoltà a sopportare le contrarietà e un’incapacità ad adattarsi alle novità e ai cambiamenti della vita.
Al contrario, la pratica regolare di esercizio fisico porta a potenziare il controllo dell’emotività e dell’ansia, migliora la capacità di socializzazione e l’autostima e si associa a una maggiore tolleranza alle frustrazioni e a una buona capacità di adattarsi all’ambiente. Questi aspetti psicologici avranno poi una ricaduta sul rendimento dell’intero organismo: oltre alla personalità, migliorano anche le doti di coordinamento neurologico e muscolare e, dopo un corretto allenamento, si osservano cambiamenti vistosi nella postura e nell’atteggiamento. Tutti i muscoli, stimolati in modo simmetrico e armonico, sosterranno meglio lo scheletro e il ragazzo, sentendosi meglio, starà più dritto. Favorendo l’apprendimento dei movimenti, cioè il corretto uso della muscolatura, le varie attività sportive renderanno più agili e sciolti i gesti e la mimica dei ragazzi, oltre a migliorare in modo notevole la mobilità articolare.
La famiglia ha un ruolo veramente importante nell’insegnare a bambini e ragazzi la pratica dell’attività fisica quotidiana: oltre la metà dei ragazzi che iniziano a praticare uno sport a 5-6 anni lo abbandonano a 12-13 anni, e spesso una causa di questo abbandono sono i genitori (soprattutto i papà) che esercitano una pressione esagerata sui figli dando più importanza alla vittoria che non all’amore per lo sport come stile di vita. Questo tipo di atteggiamento favorisce l’instaurarsi di comportamenti a rischio (come l’uso di sostanze dopanti) e, soprattutto, la disaffezione verso l’attività sportiva, specialmente si i figli sono rimproverati per i mancati risultati raggiunti o per lo scarso impegno o, come accade a volte, sono sottoposti a mezzi violenti perché realizzino con i risultati sportivi l’ambizione dei genitori. Più spesso accade che i genitori, in maniera più subdola ma altrettanto dannosa, critichino l’allenamento o la gara dei figli, che non ritengano sufficiente l’impegno che essi mettono nello sport e che li allontanino dai compagni e dall’allenatore.
Lo sport diventa allora un incubo, e nella mente dei ragazzi nasce un senso di disagio, di inadeguatezza, di paura di sbagliare o di non arrivare mai all’obiettivo che si sono proposti. I genitori devono evitare un atteggiamento ingiurioso verso i compagni di gara o gli avversari, verso l’arbitro o l’allenatore, non devono criticarli davanti i giovani atleti e non devono esprimere giudizi negativi sui partecipanti alla gara, lasciando le valutazioni tecniche all’allenatore: lo sport non deve mai trasformarsi in brutto sogno. La famiglia deve dare importanza solo al lato divertente della gara e non al risultato o alla vittoria; in particolare deve incoraggiare e sostenere i ragazzi quando sbagliano, rispettarne l’individualità, capire quando iniziano ad acquisire lo schema corporeo e motorio necessario per apprendere correttamente i gesti legati al suo sport, rispettando le loro tappe fisiologiche, senza forzarli e senza pretendere risultati che non sono alla loro portata.
Attraverso mille difficoltà, la scuola cerca di svolgere il ruolo primario nell’educazione di bambini e ragazzi all’attività sportiva. Nella scuola materna e in quella elementare, gli insegnanti più preparati svolgono insieme ai ragazzi programmi di educazione motoria associata a una sana educazione alimentare. Nelle scuole medie secondarie e nei licei, le ore dell’educazione motoria sono solo 2 e comprendono lezioni teoriche e pratiche; forse per questo motivo non sempre gli insegnanti riescono a motivare gli alunni che non amano lo sport. Inoltre, il carico di compiti da svolgere a casa, che aumenta esponenzialmente dalle elementari alle superiori, certo non facilita l’impegno di svolgere uno sport al di fuori dell’istituto.
Non solo: capita a volte che la scuola penalizzi chi pratica sport a livello agonistico, come nel caso in cui gli insegnanti organizzano i compiti in classe quando i ragazzi sono impegnati nelle gare. Una scuola così non favorisce sicuramente la cultura del benessere, e la responsabilità di chi ostacola questo aspetto della vita dei propri ragazzi è molto, più grande e più grave di quanto non creda: ignorare l’aspetto motorio, infatti, può portare a sviluppare un terreno fertile per l’abuso di alcol e di sostanze stimolanti, oltre che, naturalmente, per lo sviluppo di malattia metaboliche (diabete, ipertensione, ipercolesterolemia) e degenerative.
L’importanza di fare sport riguarda l’apparato respiratorio, il cuore e i polmoni traggono molti benefici da un esercizio fisico regolare e da un’attività sportiva adeguata e non stressante perché migliorano le capacità di resistenza organica. Negli anni, il rischio di malattie cardiache si riduce. L’attività sportiva regolare e aerobica ha una buona azione preventiva per l’ipertensione arteriosa, l’infarto, l’emorragia cerebrale, il sovrappeso e l’obesità. Alimentarsi in modo corretto, non può essere dissociato da un buon livello di attività fisica: lo sport regola il metabolismo degli zuccheri e dei grassi e modula la sensazione di fame adattandola ai consumi di energia; inoltre favorisce una buona distribuzione della massa magra e di quella grassa nell’organismo.
Dott. Angelo Tummarello
Pediatra di famiglia
Consigliere provinciale Federazione Italiana Medici Pediatri
Ricercatore e divulgatore scientifico
Marsala
Cell.3384553511
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