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21/04/2011 12:49:39

Ansia per Antonino Di Girolamo, il marsalese sequestrato dai pirati somali

E' la prima volta che subiamo un sequestro". Sono le parole del comandante Carlo Miccio,  della ''Perseverenza Navigazione'', l'industria armatoriale proprietaria della "Rosalia D'Amato". 

15:20  Antonino Di Girolamo, 63 anni, è il direttore di macchina della nave "Rosalia D'Amato" sequestrata dai pirati somali. Di Girolamo è marsalese, padre di due figli, e risulta iscritto nelle matricole della Capitaneria di Porto di Trapani. Fa parte dello staff fidelizzato della Perseveranza Spa da diversi anni.  La nave sequestrata in questo momento è in fase di avvicinamento alla coste africane, sorvegliata dalle navi dell'Operazione Atlanta (la task force marittima dell'Unione Europea che ha il compito di contrastare i pirati al largo della Somalia). Alle operazioni partecipa anche la fregata Espero della nostra Marina Militare.

14:30 La nave “Rosalia D'Amato” è stata sequestrata ieri notte a 400 miglia a sudest dell'Oman dai pirati somali. Tra i 6 italiani a bordo della nave ci sono due siciliani: il comandante, Orazio Lanza, di Messina e un cittadino marsalese di cui non si conoscono ancora le generalità."Era impossibile prevedere un attacco pirata lì, dove la nave Rosalia D'Amato e' stata sequestrata" ha commentato questa mattina il comandante Carlo Miccio, della Perseveranza Spa, compagnia alla quale appartiene la nave Rosalia. "Ho parlato con il comandante e mi ha detto che stanno tutti bene. Il sequestro e' avvenuto all'altezza del Corno d'Africa - ha spiegato Miccio - a nord della Somalia, dove c'e' il corridoio Yemen-Oman. Si sa che quelle rotte sono pericolose e infatti si percorrono a quanta piu' distanza possibile dalle coste. Ma e' tutta l'area indiana ad essere particolarmente rischiosa".

La Farnesina informa che l'Unità di Crisi segue l'evoluzione della vicenda in stretto raccordo con il Ministero della Difesa ed ha immediatamente preso contatto con la società armatrice che al momento mantiene i contatti con i familiari dell'equipaggio.  Al momento dell'attacco - si ricorda nella nota della Farmesina - ''l'imbarcazione italiana navigava a circa 320 miglia dalle coste dell'Oman''.