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21/04/2011 04:00:00

Patrice Evrà cittadino marsalese

 
Il discorso di Fini ha avuto un respiro più internazionale, soprattutto quando, in riferimento alla crisi libica e all'emergenza immigrati, ha sottolineato come soltanto una sinergia tra le amministrazioni, le regione, il governo nazionale e l'unione europea potrà gestire questa nuova accelerazione della storia che ha per baricentro la Sicilia. Applausi a scena aperta, doni e cotillon.
 
La crisi libica non ha ancora superato la sua fase acuta, lo dimostra il numero degli sbarchi e delle tante vittime che cercano di arrivare nel nostro paese. Soprattutto non si è trovata la giusta sinergia, sia a livello nazionale che europeo, per garantire ai profughi dei paesi del nord africa la giusta accoglienza. Cosa potrebbe fare Renzo Carini, avvocato e sindaco di Marsala, per dare il suo contributo? Un piccolo gesto. Un sms a qualche associazione umanitaria? No. Conferire la cittadinanza onoraria a Patrice Evrà.
 
Patrice Evrà, giocatore di calcio nelle file del Manchester United, è nato nel 1981 in Senegal. La sua famiglia si è subito trasferita in Francia, paese dove ha iniziato a giocare a calcio. Nel 1998 si trasferisce a Marsala, gioca una stagione, e se il club lilybetano non avesse avuto problemi di liquidità sarebbe sicuramente rimasto almeno per un altro anno. Aveva i piedi buoni e se ne erano accorti tutti, ma proprio tutti. Evrà purtroppo fu ceduto al Monza, poi al Monaco fino ad arrivare in uno dei club più titolati del mondo, il Manchester United. Il 2008 è stato il suo anno migliore: con i Blues vince il campionato, Coppa di Lega, Champions League, Coppa del Mondo per Club e il Campionato Europeo con la nazionale francese. Una carriera che è partita da Marsala e che è riuscita ad arrivare fino al tetto del mondo. Ogni volta che viene intervistato, Evrà ricorda con gioia il suo anno passato a Marsala, era appena diciassettenne, la città lo aveva preso in simpatia, lo chiamano (scherzosamente) “cioccolatino azzurro”.
 
Conferire la cittadinanza onoraria a Patrice Evrà sarebbe, per la città di Marsala, il modo giusto per rispondere ai tutti i senatori della Lega che si rammaricano del non poter sparare ai profughi che attraversano il Mediterraneo a bordo dei gommoni della speranza; sarebbe una lezione di stile alla stessa patria di Evrà, la Francia, che poco tollera la possibilità di far valicare i propri confini a chi in Francia ha parenti e sicura accoglienza. Sarebbe la prova provata che se alle persone viene data una opportunità questa viene colta. Sarebbe la risposta di una città capace di interpretare la storia e lanciare un messaggio di solidarietà che vale molto di più di uno slogan e che ci mette tutti sotto lo stesso tetto: il mondo.