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22/04/2011 08:49:11

Confermata in appello la condanna per il trapanese Vito Matranga a 20 anni

Tre anni fa aveva ferito il cognato ed ucciso il figlio con alcune coltellate al culmine di una lite familiare. La seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano, presieduta da Anna Maria Zamagni, ha confermato la condanna di primo grado. I fatti si sono svolti a Oggiono, in provincia di Lecco, nel Settembre del 2008.

 Attorno alle 22 padre e figlio si erano recati a casa di Vito Antonio Matranga, 32enne, pluripregiudicato e di Paolo Carini, 20. Giunti in Piazza XXV aprile avevano suonano il campanello e avevano chiesto di poter parlare con Matranga il quale aveva acconsentito, "premurandosi" però di scendere armato un coltello a serramanico. La discussione era ben presto degenerata sul trattamento che Matranga avrebbe riservato ad un nipote di Pasquale Casapinta, disabile, figlio della convivente. Gli animi presto si erano scaldati e Matranga aveva afferrato l' arma e accoltellato il 43enne all'addome e alla schiena. Intromessosi per difendere il padre, Francesco aveva ricevuto alcuni fendenti al cuore che gli avevano trafitto il ventricolo destro. Due colpi che per lui erano risultati fatali. Francesco aveva tentato la fuga ma si era accasciato ben presto al suolo. Il padre Pasquale era riuscito a raggiungere l'auto, perdendo subito dopo conoscenza. Trasportato al Mandic il 43enne aveva voluto essere dimesso per stare vicino al figlio ricoverato al Niguarda ma dopo nemmeno 48 ore aveva dovuto fare ricorso nuovamente alle cure mediche ed essere sottoposto ad una delicata operazione per la perforazione subita a seguito della coltellata. Il giovane, trasportato la notte stessa dell'aggressione prima a Lecco e poi al Niguarda, era stato sottoposto ad una delicatissima operazione chirurgica per un versamento pericardico. Le sue condizioni, però, era apparse da subito molto gravi, tanto che Francesco aveva subito anche un arresto cardiaco. Poi il 18 novembre era sopraggiunto il decesso.
Intervenuti sul posto, i carabinieri avevano provveduto istantaneamente all'arresto di Vito Matranga, reo confesso. La difesa dell'imputato,nel corso delle udienze dibattimentali aveva puntato sulla legittima difesa e sull'attenuante della provocazione per limitare gli esiti processuali negativi dell'assistito.