L'uomo è a bordo della "Rosalia d'Amato", ed è il direttore di macchina della nave del gruppo "Perseveranza Navagiazione", sequestrata dai pirati la notte tra mercoledì e giovedì a circa 320 miglia dalle coste dell'Oman e dirottata verso la Somalia. La moglie e le due figlie trentenni, abituate alla lunga assenza del padre e marito, sperano che "tutto si concluda presto", ma non rilasciano dichiarazioni nè accettano visite.
Tutto tranquillo comunque a bordo tra i 22 membri dell'equipaggio, 15 filippini e sei italiani. La fregata della Marina militare Espera si sta dirigendo verso il mercantile ma e' ancora lontanissima. La Rosalia D'Amato e' controllata da una fregata turca, la Giresun, che ha anche cercato di impedire il sequestro sparando alcuni colpi contro il peschereccio da cui sono partiti i due barchini dei pirati. La nave turca e' stata costretta a interrompere la manovra a causa delle minacce dei pirati di uccidere l'equipaggio della motonave italiana.
“Sono vicino alla famiglia Di Girolamo che, in queste ore, sta vivendo drammatici momenti di attesa. Mi auguro che la Farnesina, cui ho inviato un telegramma, trovi una tempestiva soluzione per mettere al sicuro il nostro concittadino e l’intero equipaggio”. Così il sindaco di Marsala Renzo Carini che, stamani, ha chiamato la moglie di Antonio Di Girolamo per acquisire ulteriori notizie sull’accaduto. Com’è noto, il marsalese - direttore di macchina della motonave “Rosalia D'Amato” – da ieri si trova sotto sequestro di pirati somali. “In atto, dice il sindaco, a bordo stanno tutti bene; ma l’apprensione è tanta da parte della moglie e dei figli, costantemente informati dalla Marina Militare. Spero che, al più presto, Di Girolamo possa riabbracciare i propri cari”.