Lo ha chiesto dal vescovo della Diocesi. mons. Domenico Mogavero, nel corso della conferenza stampa promossa dalla dalla Fondazione San Vito Onlus e dall'Unione Giuristi Cattolici Italiani (Ugci) per presentare e motivare la richiesta al Governo di proroga del termine per la presentazione della domanda di rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari.
«Il decreto del 5 aprile firmato dal presidente del Consiglio - ha spiegato l'avv. Luciano Asaro, in rappresentanza della sezione di Marsala dell'Ugci - è stato un provvedimento, seppur tardivo, di civiltà e di protezione dei diritti dei migranti e che fa onore al nostro Paese. Tuttavia l'art. 4 del decreto ha fissato un termine brevissimo di otto giorni dalla pubblicazione di esso sulla Gazzetta Ufficiale per la presentazione della domanda diretta al rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari e siccome il medesimo decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 81 dell'8 aprile il termine di otto giorni è scaduto il 16 aprile. Ora - ha aggiunto Asaro - è evidente l'estrema quanto ingiustificata brevità del termine in esame, considerato sia il fatto che non tutti i migranti che avevano i requisiti per usufruire di quanto previsto dal decreto ne erano a conoscenza, sia le notorie difficoltà che i migranti hanno incontrato quando sono arrivati in Italia, ivi comprese quelle di comprensione della nostra lingua».
Mons. Domenico Mogavero ha affermato: «Riconosco la bontà del provvedimento governativi ma dissento circa le modalità della sua attuazione, mi riferisco anche ai tempi di divulgazione. Si ha l'impressione - ha affermato - che alcune iniziative siano mere improvvisazioni; non si possono creare immigrati di serie A e di serie B. Un ulteriore gesto di umanità del Governo consentirebbe ad altri circa 15.000 migranti arrivati in Italia dal 1 gennaio al 5 aprile di potere usufruire del permesso di soggiorno temporaneo di sei mesi. Il Governo italiano deve provvedere a prorogare a tutto il mese di maggio i termini per la presentazione delle singole domande. Un'eventuale proroga - ha tenuto a sottolineare Mogavero - non consentirebbe il permesso a quanti sono arrivati prima del 1 gennaio o dopo il 5 aprile e quindi non ci sarebbe il rischio di aprire le porte a tutti; inoltre il permesso è vincolato alla rinuncia della richiesta di protezione civile internazionale». Ad oggi solo circa 4.500 migranti, su 20.000 arrivati dal 1 gennaio al 5 aprile, hanno usufruito del permesso di soggiorno temporaneo; nella sola provincia di Trapani circa 300 migranti non hanno fatto in tempo a far pervenire la richiesta di permesso, la Fondazione San Vito Onlus sta seguendo 20 casi. Don Fiorino della San Vito Onlus ha avvertito circa i rischi che gli non aventi il permesso possano cadere nella rete della criminalità. Infine è intervenuto Helmi Benfraj, 35enne tunisino, laureato in scienze sociali a Tunisi e da 15 anni in Italia, che ha chiesto: «Scaduto il permesso di soggiorno che futuro avranno questi immigrati? Ci vuole la collaborazione di tutti gli stati europei perché la clandestinità non conosce frontiere».