Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
06/05/2011 04:05:59

Omicidio Milana. La difesa: "Non è stata sua figlia"

Ha tenuto la sua arringa difensiva l'avvocato Bartolo Bellet, che difende la figlia di Milana, Anna Maria Marano, imputata per l'omicidio della madre. Il processo si svolge davanti al giudice per le udienze preliminari con il rito abbreviato. Secondo i magistrati dell'accusa, Miana è stata assassinata a colpi di pistola dall'ex poliziotto Gian Vito Galia. Galia si è suicidato dopo il suo arresto, ma non fu arrestato per l'omicidio, ma perchè trovato in possesso di una pistola non denunciata. Dalla successiva perizia balistica si scoprì che la pistola era quella utilizzata per l'omicidio di Milana. Le successive indagini dei carabinieri hanno portato all'imputazione di concorso in omicidio per Anna Maria Marano: sui suoi vestiti la scientifica ha trovato tracce di polvere da sparo. Da qui la richiesta di 18 anni di pena per l'omicidio avanza dai pm Belvisi e Palmeri. Per la difesa, invece, non c'è alcun movente che avrebbe spinto Marano all'omicidio, sopratutto "non c'è alcuna eredità" ha detto Bellet, e "non ci sono stati mai contatti tra Galia e Marano". Anche le tracce di polvere da sparo, secondo la difesa, non dimostrano nulla: "I residui - ha detto Bellet - possono venire da altra fonte, e comunque possono restare anni e anni sugli indumenti". Il 16 Maggio nuova udienza.