È la conclusione a cui sono pervenuti i medici Gaetano Guastella e Vincenzo Savatteri. La perizia, depositata presso la cancelleria della Corte d'Assise, riapre il processo. Un precedente perito era, infatti, pervenuto ad una conclusione opposta. Il dottore Gaetano Vivona aveva ritenuto l'imputato in grado di intendere e di volere.
Il pregiudicato, che dopo l'omicidio si è costituito, ha spiegato di avere colpito il genitore dopo avere appreso che aveva manifestato attenzioni particolari nei confronti della sua fidanzata. Secondo Guastella e Savatteri, al momento del fatto, il giovane aveva una capacità di intendere grandemente scemata anche se non del tutto esclusa.