Avrebbe così esposto le prime due al rischio del contagio di una malattia che può manifestarsi anche fino a cinque anni dopo. Procurando, in tal modo, alle due pazienti «lesioni personali consistite in disturbi della sfera psichica, dai quali derivava, per entrambe, una malattia "nella mente" della durata indeterminata». Per lesioni personali colpose, quindi, è finito sotto processo, davanti al giudice monocratico Roberto Riggio, un dentista dell'Asp, il 69enne Francesco Giacalone. E ieri, in aula, rappresentate dall'avvocato Peppe Gandolfo, si sono costituite parte civile le «persone offese», Rosalba De Vita e Maria Grazia Gerardi. Entrambe saranno ascoltate nell'udienza fissata per il 25 ottobre prossimo.
I fatti contestati al medico odontoiatra, difeso dall'avvocato Stefano Pellegrino, sarebbero avvenuti il 27 aprile 2007 nel poliambulatorio ex Inam di piazza Francesco Pizzo. Al medico si contesta, in particolare, l'avere provocato alle due donne un «perturbamento psichico derivante dal timore di avere contratto la malattia». Alla prossima udienza, Rosalba De Vita e Maria Grazia Gerardi racconteranno cosa accadde quattro anni fa nell'ambulatorio dell'Asp e come si sono accorte che il dentista utilizzò strumenti «non sterilizzati».
Antonio Pizzo - La Sicilia