Il 37enne Giuseppe Milazzo faceva l'operaio e con sua moglie, la 34enne Desirè Zumia, aveva una figlia di 4 anni.
A scatenare la furia omicida del marito sarebbe stata una delle tante liti in fase di separazione coniugale sulla spartizione dei beni: l'ultimo fatale litigio, quello in cui la violenza di Giuseppe Milazzo incurante della presenza in casa di sua figlia è stata inarrestabile fino al tragico epilogo.
Il Milazzo avrebbe ucciso Desirè e poi ferito a morte se stesso prima di telefonare al 112. Ad aprire la porta ai sanitari del 118, accorsi con i Carabinieri, sarebbe stata proprio la bimba aiutata, dall'esterno, dai Vigili del Fuoco.
I due corpi sono stati trovati in camera da letto, al secondo piano della villetta: riversa sul letto la moglie dell'uomo, priva di vita. Per il marito vane tutte le immediate manovre di rianimazione: l'uomo è spirato prima di essere caricato in ambulanza ed anche per lui i sanitari non hanno potuto che costatarne l'avvenuto decesso.
Su entrambi i cadaveri sono state rilevate ferite da arma da taglio. Stando ad una prima ricostruzione, riguardo alla dinamica del duplice delitto, tra i due coniugi sarebbe scoppiato l'alterco, quando l'assassino in preda all'ira e all'odio si sarebbe diretto giù per le scale ad armarsi di un coltello da cucina. Risalito in camera da letto, avrebbe quindi ucciso Desirè colpendola alla pancia e all'aorta addominale; la donna sarebbe morta dunque per dissanguamento. La chiamata ai carabinieri sarebbe stata effettuata poi dal marito omicida subito dopo la morte della vittima e pochissimo prima che il killer ferisse a morte, con la stessa arma e sempre in camera da letto, se stesso.