Il fatto di sangue era avvenuto lo scorso 5 luglio 2006 in pieno giorno proprio nel centro di Alcamo. Borhan, infatti, unitamente ad altro giovane connazionale Apetrachioaei Mihai (già tratto in arresto il 27 ottobre del 2007 presso la stazione centrale di Milano intento a lasciare il territorio nazionale) si introduceva furtivamente all’interno dell’abitazione dell’anziana vittima e, dopo averla picchiata selvaggiamente, la immobilizzò con del nastro usato per gli imballaggi affinché potesse agire indisturbato trafugando solo un telefonino e del denaro contante. La donna, a seguito delle lesioni subite, era rimasta per oltre una settimana tra la vita e la morte presso il Reparto di Terapia intensiva di un ospedale palermitano.
Sin dalle prime battute, le indagini immediatamente attivate da parte del Commissariato di P.S. di Alcamo consentivano di identificare i due rumeni che, consapevoli di essere stati individuati, nell’arco delle successive 24 ore riuscivano ad organizzare una rocambolesca fuga trovando rifugio nella loro nazione di origine.
A seguito del gravissimo reato compiuto, erano immediatamente scattati una serie di servizi finalizzati alla cattura dello stesso laddove emergeva come Borhan temesse di essere rintracciato anche in Romania, motivo per cui lo stesso pianificava la seconda fase della fuga nei minimi dettagli, disseminando per la provincia trapanese una serie di falsi indizi che, anche grazie all’aiuto di alcuni connazionali residenti in Italia, ne agevolavano la fuga verso lo stato spagnolo.
Il gruppo di lavoro appositamente istituito dal Commissariato di Polizia di Alcamo, sotto la direzione dalla Procura della Repubblica di Trapani, grazie all’utilizzo di sofisticatissime tecniche di intercettazione utilizzate per la prima volta in indagini internazionali, hanno consentito di tracciare la linea degli spostamenti di Borhan Mihai in territorio estero
A seguito della condanna a nove anni di carcere, già passata in giudicato, è stata quindi richiesta l’emissione di un provvedimento di cattura internazionale (mandato d’arresto europeo – M.A.E.), emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Palermo. A seguito di ciò, d’intesa con la polizia rumena, spagnola e, in ultimo, greca, grazie al capillare raccordo internazionale fornito dalla Direzione Centrale Polizia Criminale della Polizia di Stato, sono stati predisposti una serie di servizi mirati alla esatta localizzazione dei luoghi dove l’ormai latitante, di volta in volta, trovava rifugio.
La strategia in tale senso approntata, hanno consentito di catturare il Borhan ed assicurare lo stesso presso il carcere “Korydalos” di Attica.
L’operazione sottolinea, ancora una volta, la perfetta intesa e la straordinaria valenza investigativa della collaborazione esistente, dopo l’abbattimento delle frontiere europee, fra la polizia italiana e la polizia greca, che ha saputo sfruttare al meglio le risultanze investigative acquisite dal Commissariato di P.S. di Alcamo che, sin dalle prime battute dell’indagine, non ha mai tralasciato alcun elemento, anche apparentemente irrilevante, e che alla fine si sono rivelate determinanti per la localizzazione e la conseguente cattura dell’aggressore. Peraltro non va sottaciuto come la notizia del grave fatto di sangue, oltre ad aver turbato la cittadinanza alcamese, ebbe un notevole eco mediatico anche a livello nazionale, per cui venne addirittura presentata un interrogazione parlamentare mirata a conoscere quale fosse stata l’azione di risposta delle forze dell’ordine a seguito del grave atto delittuoso.