e che lo stesso Lumia si rifiutò due anni fa di sostenere la candidatura a Sindaco di Vinzia Di Giovanni.
19,45 - Nella sezione "Audio" di www.marsala.it è possibile ascoltare in due parti la conferenza stampa integrale dei dirigenti della polizia e della Guardia di Finanza in merito all'operazione "Salis Iniqua". Da domani, inoltre, pubblicheremo ampi approfondimenti sui diversi aspetti dell'inchiesta. Sempre domani, alle 13 e 05, contributi, interviste e nuovi elementi all'interno de "Il Volatore" su Rmc 101, condotto da Giacomo Di Girolamo
19,31 - “Apprezziamo il lavoro degli inquirenti e delle forze dell'ordine, ma è necessario che anche la politica faccia la sua parte”. Lo afferma il capogruppo dell'Udc all'Ars, Giulia Adamo, commentando l'indagine che vede coinvolto l'ex deputato regionale, Giuseppe Giammarinaro.
“In provincia di Trapani – prosegue Adamo – come si evince dalle prime notizie riportate dalla stampa, sarebbe forte e capillare il controllo esercitato dall'ex deputato sulla sanità locale. Chiediamo, quindi, al governo della Regione di dare un chiaro segnale di discontinuità.
Ferma restando la stima nei confronti dell'assessore Massimo Russo, riteniamo necessario un suo immediato intervento. Per questa ragione chiediamo, in tempi brevi, un incontro con il presidente Lombardo e con l'assessore regionale alla Sanità”.
19,00 - Arriva anche la difesa di Sgarbi. A Salemi non c'è la mafia, Giammarinaro non ha mai influenzato nulla. E tutta cattiva burocrazia. Ecco le parole del Sindaco di Salemi: "Troppo comodo evocare i fantasmi del passato di fronte a una impresa così vasta e difficile, quella di Salemi, cui ha contribuito anche Oliviero Toscani, il quale, senza avere avuto mai alcuno impedimento, ha trovato suggestiva la via d’uscita di attribuire alla mafia e a Giammarinaro difficoltà di burocrazia, di inerzia, di consuetudini amministrative clientelari.
Pino Giammarinaro non ha mai avuto alcun ruolo attivo, né politico né amministrativo, sul Comune di Salemi, altro che quello consentito dalla maggioranza di consiglieri che, in suo nome e con la sua organizzazione politica, furono eletti in consiglio comunale.
Ma quali condizionamenti poteva porre Giammarinaro a chi, con assoluta autonomia, fin dall’inizio aveva portato a Salemi persone che non vi erano mai passate, come Oliviero Toscani, Peter Glidwell, Graziano Cecchini, BernardoTortorici, in un continuo braccio di ferro, peraltro facilissimio da vincere, con i tentativi di riconoscimento dei risultati politici democraticammete conseguiti da parte di Giammarinaro ?
Mille polemiche, accese discussioni, contrasti, fino allo sfregio di nominare un Vice Sindaco autonomo e ostile a Giammarinaro, Antonella Favuzza, e assessore un esponente candidata nelle liste del Partito Democratico, Antonina Grillo.
E’ stata una grande rivoluzione, contrastata, com’era prevedibile, più dalla facile retorica dell’Antimafia che dalla effettiva capacità di condizionamento di Giammarinaro, pari a zero. Con effetti anche grotteschi, di continue fibrillazioni nella sua maggioranza, spesso indirizzata contro di me, ma anch’essa travolta dalla contraddizione tra il desiderio del nuovo e la sua pur naturale origine elettiva.
Io ho governato, senza avere una maggioranza, nella sfida a tutti nota: o con me o con Giammarinaro. E tra le prime persone che, come tutti sanno (fino a rompere anche i rapporti personali) che mi sono state e mi sono vicine, c’è l’Addetto Stampa Nino Ippolito, di cui l’antica amicizia con Giammarinaro leggo che viene adesso usata per una infame insinuazione priva di ogni fondamento.
Pur eletto anche con i suoi voti, non ho mai concesso nulla a Giammarinaro e non ho mai avuto pressioni, e neanche accettato consigli. Analoga condizione, seppure eletta con i suoi voti, ha vissuto il presidente del Consiglio Giusy Asaro, muovendosi in continui tentativi di fronda alla stessa maggioranza.
Io sono stato pesantemente minacciato dalla mafia, e non ho ovviamemnte pensato all’impotente Giammarinaro.
Il Vice Sindaco Antonella Favuzza ha denunciato per prima i tentativi di condizionamento che oggi si leggono nella facile e suggestiva ricostruzione delle vicende di Giammarinaro. Non occorrevano indagini, bastava guardare i meccanismi della democrazia che avevano fatto conseguire, alla parte politica organizzata da Giammarinaro, la maggioranza.
Giammarinaro, che io ho sempre rispettato, non ha mai ottenuto nullla. L’unico potere che ha manifestato è quello che gli attribuisce la estenuante, continua, pluridecennale attenzione dell’Antimafia che l’ha fatto diventare un eroe negativo e letterario, trasformando la realtà in una suggestione utile a far sentire in trincea, contro un nemico che non c’è, persone abili e fantasiose come Toscani.
Il Comune di Salemi e gli assessori nominati non hanno mai subìto alcun condizionamento e hanno semplicemente rispettato un mandato politico fortememnte innovativo stabilito da me, tentando di non sottrarsi alle regole democratiche.
Alle mie giunte non ha mai partecipato Giammarinaro, pur avendo io spesso fatto riunioni aperte con esponenti politici e consiglieri di maggioranza e opposizione, e anche consulenti per indicare un possibile destino e una speranza per Salemi dimostrata prima di tutti e emblematicamente dal Museo della Mafia, dal Museo del Risorgimento, dal Museo del Paesaggio, e poi dalle mille iniziative culturali con ospiti da ogni parte del mondo a discutere con i cittadini, dal vescovo di Noto al matematico Odifreddi, dal giornalista Francesco Merlo al magistrato Giuseppe Ayala, in un continuo confronto di idee, sino alla straordinmaria impresa delle «Case a 1 euro» fortunatamente condivisa dallo stesso Giammarinaro e promossa da me e da Toscani.
Ora si vogliono far riemergere i fantasmi di un passato che non corrisponde alla realtà politica attuale di Salemi. E con il tipico effetto della machina del fango si trasferiscono vicende antiche e che non conosco di un potere tramontato, in effetti che nulla hanno a che fare con il presente e con l’amministrazione del Comune di Salemi oggi finalmente «libera et immunis»
18,45 - Il Sindaco della città di Castelvetrano, Gianni Pompeo, ha voluto esprimere il suo compiacimento alle forze dell’ordine: “Giunga il mio più sentito apprezzamento per la brillante operazione, coordinata dal Dott. Giuseppe Linares, e condotta dalla Divisione Anticrimine della Questura e dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza- afferma Pompeo- dalla lettura delle notizie diramate dalle agenzie di stampa, emerge uno spaccato che apre degli scenari su dei comportamenti tenuti dall’Onorevole Pio Lo Giudice che gettano una nuova luce su alcuni accadimenti. E’ cosa risaputa che alle ultime elezioni Regionali, su indicazione dell’allora segretario regionale dell’UDC, On.Francesco Saverio Romano, contribuii all’elezione del Dr. Lo Giudice all’Assemblea Regionale Siciliana- precisa Pompeo- ma dopo poche settimane dalla sua elezione, avvertendo una sorta di inspiegabile auto-isolamento da parte dello stesso, i nostri rapporti si affievolirono sempre più. Se dovesse essere riscontrato, che lo stesso abbia subito intimidazioni e richieste indebite, oggi comprendo il suo comportamento ed a lui va tutta la mia solidarietà umana.”
18,30 - “Nella provincia di Trapani spesso si crea un legame così stretto tra mafia, politica ed economia che va al di là delle collusioni per arrivare a presenze consolidate nella gestione diretta del potere. Ho riletto stamattina la relazione di minoranza del 2006 della Commissione antimafia e ho ritrovato molti riscontri sulla rete torbida di cui fa parte l’onorevole Giammarinaro. Questo sistema deve essere smontato pezzo dopo pezzo, per costruire gradi più avanzati di legalità e sviluppo”. Lo dichiara il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia. Tuttavia Lumia omette di ricordare che anche il Pd ha stretto alleanze con Giammarinaro a Mazara del Vallo come a Campobello di Mazara.
17,58 - Dichiarazione di Domenico Venuti, capogruppo del Pd al Consiglio Comunale di Salemi: "Di fronte all’emergere di fatti così inquietanti, e nell’attesa che la magistratura prosegua il proprio lavoro, è quanto meno ridicolo liquidare il tutto come “macchina del fango”. Evidentemente Sgarbi in questi tre anni è stato cieco oltre che sordo rispetto a quanto più volte denunciato politicamente dal sottoscritto e dal consigliere Calogero Angelo: dalla mancata assegnazione dei beni confiscati alla mafia alla recente nomina, firmata dal sindaco stesso, del consulente alla sanità del Comune, tanto per citare due esempi.
D’altronde l’aver preferito Giammarinaro a Toscani è di per sé un fatto eloquente, se poi a ciò si aggiunge la nomina, con l’ultimo rimpasto della Giunta Municipale, di ben tre assessori che a Giammarinaro fanno riferimento il quadro è ancora più chiaro! "
17,47 - Giammarinaro malato immaginario. Secondo gli inquirenti l'ex deputato siccome era sottoposto all'obbligo di dimora a Salemi e non si poteva allontanare, si faceva fare da medici compiacenti falsi certificati per poter andare a Palermo o Roma. Sulla carta, Giammarinaro andava per farsi visitare, in realtà andava ad incontrare politici per discutere di candidature e di affari.
16,02 - Secondo gli inquirenti Giammarinaro avrebbe sottoposto Lo Giudice a pressioni psicologiche continue arrivando a sostenere che sarebbe durato in carica solo se si fosse allineato alle sue direttive. Secondo gli investigatori, avrebbe avuto dall'ex segretario regionale dell'Udc Saverio Romano, ora ministro dell'Agricoltura ed esponente dei Responsabili, 40mila euro originariamente chiesti da Lo Giudice a titolo di rimborso per le spese elettorali.
14,24 - Giulia Adamo: "Esprimo i miei più vivi apprezzamenti per l’operazione di polizia che in provincia di Trapani ha dato un duro colpo a quei rapporti innescati tra politica e criminalità. È un forte segno questo che fa sperare alla sicurezza di tutti e al trionfo della legalità e della giustizia, in un’azione congiunta tra forze dell’ordine e politica, la quale deve necessariamente dare sempre il proprio contributo.
Già in occasione del convengo provinciale dell’Udc era stata fatta una reale constatazione della mancanza di discontinuità, con il passato, proprio nella gestione della sanità, nonostante l’impegno dell’assessore regionale Russo, al quale esprimo la mia più grande stima e il supporto affinchè possa proseguire nella mirata azione di rimodulazione del settore avviata. Ribadisco la disponibilità, in rappresentanza del mio gruppo politico ma anche del territorio che rappresento, ad analizzare insieme all’assessore Russo e al Presidente Lombardo lo stato settore per capire quali iniziative intraprendere al fine di rendere pienamente efficiente il servizio, e chiudere definitivamente i legami tra la sanità e il sistema clientelare"".
13,25 - "Dalla disamina dei vari episodi di cui si e' reso protagonista, l'ex deputato Giuseppe Giammarinaro risulta la prototipica espressione di quella 'borghesia mafiosa' che ha rivoluzionato i contorni classici della figura del soggetto indiziato di contiguita' mutualistica a Cosa nostra". E' quanto scrivono gli inquirenti nel provvedimento di sequestro per un valore di oltre 35 mln di euro a carico dell'ex parlamentare siciliano Dc Giuseppe Giammarinaro. "Le ulteriori modalita' di condotta contribuiscono non poco a qualificare la condotta di Giammarinaro - spiegano gli inquirenti - anche alla luce di numerosi pronunciamenti giurisprudenziali, sintomatica di una contiguita' consapevole e costante agli interessi della associazione mafiosa, di una mentalita' improntata esclusivamente a stilemi tipici della consorteria mafiosa trapanese". "Lo scopo di Giammarinaro - per Polizia e Finanza - e' stato, quindi, il perseguimento di una strategia di aggressione e fagocitazione occulta di porzioni del sistema produttivo collegato al sistema sanitario, e, in ultima analisi, di controllo politico ed amministrativo del proprio territorio di influenza"
13,05 - L'inchiesta sfiora anche nomi pesanti della politica locale e nazionale: dal ministro Saverio Romano, diretto referente di Gianmarinaro all’interno dell’UDC, a Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi epicentro della cupola affaristica, fino a Salvatore Cuffaro, l’ex-governatore siciliano condannato definitivamente per favoreggiamento a Cosa nostra, con cui Gianmarinaro ha avuto anche cointeressenze di natura economica. Un potere quasi assoluto quello di Gianmarinaro esercitato nella terra del latitante numero uno di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro. Un sistema – dicono le indagini – perfettamente a conoscenza dell’attuale presidente della provincia di Trapani Mimmo Turano e del ministro Romano con il quale Gianmarinaro, godendo di falsi certificati medici, si è incontrato più volte mentre era sorvegliato speciale tra il 2002 e il 2003 come attestato da una ripresa video effettuata dagli investigatori.
Tra le “vittime consapevoli” del sistema Gianmarinaro anche il sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi. Secondo il fotografo Oliviero Toscani che per oltre un anno fu assessore nel centro trapanese, la candidatura del critico d’arte fu un’idea proprio di Gianmarinaro: “SGARBI mi ha detto che fu Pino GIAMARINARO a chiedergli di fare il Sindaco di Salemi. Mi ha detto che GIAMMARINARO salì a Milano e gli fece la proposta. SGARBI me ne parlò, mi chiese cosa ne pensavo…”.
12,45 - Sono stati tantissimi i politici locali ascoltati come parte offesa o come persone informate dei fatti nel corso di questa indagine. Giammarinaro, anche nel corso della sorveglianza speciale, non ha mai smesso di fare politica. Ha appoggiato Vittorio Sgarbi, poi eletto sindaco a Salemi, e Pio Lo Giudice, poi eletto parlamentare all'Ars. Sostiene attivamente a Marsala la Giunta del Sindaco Renzo Carini. Ed è impegnato anche nella campagna elettorale di Campobello di Mazara a sostegno del Sindaco uscente Ciro Caravà. A questo proposito in questi giorni era previsto un comizio del senatore del Pd, Beppe Lumia, dell'assessore Massimo Russo a sostegno di Caravà a cui avrebbe dovuto partecipare lo stesso Giammarinaro, che già due anni fa si impegnò con lo stesso Massimo Russo a sostenere la comune candidatura a Mazara del Vallo di Vinzia Di Giovanni (poi sconfitta dall'attuale Sindaco Nicola Cristaldi).
12,30 - Nel corso della conferenza stampa, tenuta presso la Questura di Trapani, il dirigente Giuseppe Linares il capo della Mobile Leuci hanno raccontato come abbiano accertato il controllo occulto da parte di Giammarinaro di attività economiche della sanità trapanese, beneficiarie di finanziamenti pubblici regionali. "Tutto ciò - ha detto Linares - grazie anche alla compiacenza di funzionari e dirigenti dell'Azienda Sanitaria Provinciale". Ad un funzionario dell'Asp, oggi in pensione, è stato notificato un avviso di garanzia.
11:30 Dalle intercettazioni disposte dalla Procura emerge un episodio singolare. Il 16 ottobre 2009, l’assessore Caterina Bivona chiamò il sindaco Sgarbi per informarlo che la prefettura di Trapani sollecitava l’assegnazione di un terreno confiscato al boss Salvatore Miceli. Sul tavolo del primo cittadino c’erano le richieste di "Slow food" e dell’associazione "Libera". Ma Giammarinaro voleva che il bene andasse all’Aias: l’assessore lo disse chiaramente a Sgarbi.
10:30 - La scorsa estate, il sindaco Vittorio Sgarbi aveva litigato pubblicamente con Giammarinaro. La rottura era avvenuta sulla destinazione di alcuni fondi. Intanto, continuavano ad arrivare minacce di morte al primo cittadino di Salemi. Le indagini della Procura antimafia di Palermo non sono mai riuscite a individuare gli autori delle intimidazioni, ma nel provvedimento di archiviazione il pm Carlo Marzella ha scritto: “E’ emerso un intenso e costante condizionamento dell’attività amministrativa del Comune di Salemi da parte di Giammarinaro”.
9,45 - Alla base dell'operazione che ha portato al maxi sequestro ci sono anche delle dichiarazioni dell'ex assessore di Salemi, Oliviero Toscani, che si dimise proprio in polemica con Giammarinaro: "I suoi uomini controllano tutto" dichiarò. Nell’ottobre 2009 dichiarò ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo: “Mi sono dimesso dall’incarico di assessore della giunta di Vittorio Sgarbi, a Salemi, perché mi sono reso conto che il contesto territoriale, che mi permetto di definire mafioso, non mi consentiva di operare in maniera libera e autonoma nell’amministrazione comunale. Giammarinaro partecipa alle riunioni della giunta – rivelò l’assessore dimissionario – Giammarinaro assume anche decisioni, senza averne alcun titolo”.
9,00 - E' stata applicata nei confronti di Pino Giammarinaro per la prima volta la norma sul “sequestro anticipato” prevista dal nuovo pacchetto sicurezza.
8,00 - Le mani della "borghesia mafiosa" sulla sanita'. E' quanto emerge dall'operazione "Salus Iniqua" nel corso della quale poliziotti della Divisione Anticrimine della questura e finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Trapani hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro anticipato di beni nei confronti di Giuseppe Giammarinaro, 65enne di Salemi. Al politico di lungo corso ed ex deputato regionale sono stati sottratti beni per 35 milioni di euro: complessi aziendali, filiali, magazzini, appartamenti, auto, mezzi pesanti, natanti, quote sociali, conti correnti e rapporti bancari. A lui e a sei prestanome e' stata notificata dalla Squadra mobile una informazione di garanzia perche' indagati per il reato di riciclaggio.
Delineato, secondo gli investigatori, un "inedito spaccato di illecito condizionamento" della gestione amministrativa della sanita' trapanese, sia attraverso la pressione esercitata su soggetti politici e pubblici funzionari sia, soprattutto, mediante il controllo occulto di societa' e servizi operanti nel settore sanitario. E' stato dimostrato, insomma, "il condizionamento esercitato da Giammarinaro su soggetti politici di livello locale e regionale, pezzi del sistema sanitario provinciale e amministrazioni comunali, intrecciando rapporti di affari, soprattutto volti ad ottenere finanziamenti pubblici, con soggetti contigui od organici a Cosa nostra", come dimostrano numerose intercettazioni, dichiarazioni di vari collaboratori come Giuseppe Lanzalaco, Nino Giuffre' e Mariano Concetto, e di indagati in procedimento connesso come il politico marsalese Vincenzo Laudicina.
Gli accertamenti compiuti riguardano atti investigativi compiuti a partire dal 2001, in ordine alla condotta dell'ex parlamentare regionale, gia' sottoposto dal 14 marzo 2001 allo stesso giorno del 2005 alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Prima di allora, dal 1985 al 1990, era stato a capo dell'Asl 4 di Mazara del Vallo e dal 1991 al 1995 parlamentare regionale, fino a quando aveva fatto perdere le proprie tracce per sottrarsi alle ordinanze di custodia cautelare in carcere del 21 gennaio 1995 per associazione a delinquere contro la pubblica amministrazione e del 23 giugno 1995 per associazione mafiosa.
Il 12 ottobre 1996 aveva deciso di costituirsi; condannato il 24 marzo 1998 per peculato e concussione, e' stato assolto il 12 ottobre 2000 per associazione mafiosa. Benche' sottoposto alla misura di prevenzione, nel 2001 aveva avviato il partito del Biancofiore, per poi confluire nell'Udc, ottenendo 9.277 preferenze alle elezioni regional' del 2001.
"E' stato accertato - dicono dalla questura - il variegato quadro delle conoscenze e dei rapporti, di natura politico-affaristica, in cui Giammarinaro si e' mosso e di cui ha beneficiato fino a tempi recentissimi, godendo di adeguata legittimazione e di un sostegno istituzionale e politico tali da porre poi agevolmente in essere le condotte finalizzate, al controllo occulto di attivita' economiche nel settore della sanita' beneficiarie di finanziamenti pubblici regionali, nonche' al condizionamento di importanti settori della cosa pubblica e della vita politica di questa provincia".
E risultato come tale potere si sia realizzato "cooptando fidati soggetti tra imprenditori, medici, operatori sanitari e dirigenti dell'allora Asl di Trapani", cosi' da costituire un "sodalizio" non soltanto allo scopo di ottenere il controllo di una serie di strutture di assistenza convenzionate, collegate tra loro da una rete di insospettabili prestanome, al fine di infiltrarsi nella struttura amministrativa della sanita' locale e nella pubblica amministrazione regionale, allo scopo di ottenere il sistematico controllo di ingenti rimborsi, ma anche di determinare le nomine di manager e dirigenti sanitari nei vari plessi ospedalieri, "cosi' da garantire un tornaconto elettorale e, soprattutto, assicurare il favore amministrativo per autorizzazioni sanitarie, cospicui contributi conseguenti alla stipula delle convenzioni con la Asl e, quindi, in ultima analisi "imporre i desiderata del gruppo politico legato all'ex parlamentare presso la macchina amministrativa e politica della Regione Sicilia".
Sono stati individuati vari prestanome formalmente figuranti quali soci e amministratori di societa' operanti nel campo delle attivita' assistenziali e parasanitarie della provincia di Trapani. Ma le medesime indagini hanno dimostrato come, solo grazie all'esistenza di un rapporto occulto di "illecito mutualismo" intrattenuto con i vertici, abbia potuto ottenere "l'acquiescenza da parte di dirigenti della sanita' pubblica di Trapani che stipulavano secondo i desiderata di Giammarinaro e della sua cordata politica, convenzioni per il rimborso di spese sanitarie per l'assistenza a pazienti ricoverati presso le residenze sanitarie assistite e Centri di terapia assistita, pur consapevoli della condizione di sorvegliato speciale e della sua diretta - seppur occulta - gestione delle societa', autorizzando quindi, il conferimento di somme per decine di milioni di euro.
L'esponente politico ha inoltre surrettiziamente utilizzato falsi certificati redatti da medici compiacenti, al fine di evitare, in piu' di un'occasione, i vincoli della misura cui era sottoposto, al solo scopo di consentirgli di eludere il vincolo dell'obbligo di soggiorno, "per ottenere permessi di allontanamento dal comune di Salemi, per poter tenere riservate riunioni con esponenti politici locali nonche' con svariati personaggi con lui in affari".