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19/05/2011 06:03:28

Salemi e Giammarinaro. Sgarbi: "Non dobbiamo difenderci dalla mafia, ma dall'antimafia"

«A Toscani la mafia è servita per andarsene perché non aveva ottenuto i soldi che chiedeva per i suoi progetti. Ha chiamato “mafia” quelle che erano e sono difficoltà burocratiche e amministrative. E in questa logica ha usato il nome di Giammarinaro. Il quale non è vittima, ma non ha avuto nulla e non ha ottenuto nulla da me.

A Salemi abbiamo fatto altro. Il Museo della Mafia, del Paesaggio, del Risorgimento. Altro che mafia. Cose che ho fatto io e non certo una deputata inutile come Sonia Alfano di cui non conosciamo le cose che ha fatto nella sua vita.

Questa è la realtà. E la realtà dice, per esempio, che, consapevoli delle vere e sottovalutate infiltrazioni mafiose nel settore dell’eolico e del fotovoltaico, abbiamo bocciato tutti i progetti che ci sono stati presentati. Questo nessuno lo scrive o lo dice. Come non si dice e si scrive che c’è stata una riunione nel mio ufficio al Comune con alcuni imprenditori dell’eolico e del fotovoltaico che, di fronte alla mia opposizione alla realizzazione degli impianti, hanno tentato di aggredirmi, tanto da richiedere l’intervento dei carabinieri.

Dunque ribadisco che non dalla mafia dobbiamo difenderci, ma da certa antimafia»

 

15,15 - Ecco come Sgarbi ricostruisce la vicenda delle pressioni di Giammarinaro per l'assegnazione di un bene confiscato al boss Miceli a Salemi all'Aias o a Slow Food anzichè a Libera: "Il terreno di contrada Masseria Vecchia noi volevamo darlo subito a Slow Food. Chiamai Carlo Petrini che mi diede la sua disponibilità. Successivamente mi fu spiegato che per avvviare il progetto di utilizzo di quei terrenni occorevano subito 50 mila euro, soldi che il Comune non aveva. Sono state così fatte altre ipotesi di gestione. L’interesse di Giammarinaro su quei terreni è inesistente.
Rivendico la decisione di non dare quei terreni a «Libera». Sono amico di don Luigi Ciotti, ma non credo che ci debba essere il monopolio della gestione dei beni confiscati alla mafia. E con lo stesso ragionamento non ho voluto darli a Padre Francesco Fiorino che in nome di una chiesa salvifica oggi gestisce quasi tutti i beni confiscati alla mafia.

Sono stato io a chiedere a Giammarinaro quale fosse la sua ipotesi, perché sin dal mio arrivo a Salemi l’interesse di Giammarinaro su quei terreni era pari a zero.
Abbiamo poi chiesto all’Aias, che è un’associazione per la cura dei disabili, di presentarci un progetto che non ci è mai stato dato. Questa è la storia. Il resto sono ricostruzioni false e fantasiose.
Infine, basta andare a leggere i giornali di questi ultimi due anni per avere conto dei continui contrasti con Giammarinaro di cui non ho mai condivisdo la prospettiva corta e piccola del suo agire politico

Il linciaggio di questi giorni significa dire: non venite in Sicilia.. Avevo peraltro chiesto all’imprenditore vitivinicolo Moretti di venire a Salemi e prendere i terreni confiscati. Mi ha detto: «Vittorio, non vengo. Hai visto cosa è successo a quelli di Mezzocorona, inquisiti per mafia ?»
Che dovrei fare ? Non vado in Sicilia ? Tenetevela voi ?".

14,40 - Questa mattina a Roma, nella sala conferenze dell’Hotel Nazionale il sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi ha tenuto una conferenza stampa nel corso della quale ha affrontato le ricostruzioni fatte da alcuni investigatori della Questura di Trapani rispetto al rapporto tra il sindaco del Comune di Salemi e l’ex parlamentare Pino Giammarinaro, e le presunte influenze di quest’ultimo sull’attività amministrativa del Comune. «Le inchieste di Linares e del Questore – ribatte Sgarbi – insinuano, in modo suggestivo, cose che non sono, che non esistono. Sia chiara una cosa: non piego e non piegherò il capo. Come non ho intenzione di cedere su un punto: chiederò un risarcimento a chiunque parli di mafia rispetto a quello che abbiamo fatto, perché debbono dimostrare dov’è questa mafia. Da oggi, oltre a me, parleranno anche i legali.

L’ex parlamentare Pino Giammarinaro e il suo cartello politico – ricorda Vittorio Sgarbi di fronte a una affollata platea di giornalisti della carta stampata e delle televisioni - sono stati 2 anni fa sostenitori del candidato sindaco di Mazara del Vallo, Vinuccia di Giovanni, voluta da Massimo Russo, ex magistrato antimafia e attuale assessore regionale alla Sanità.
Perché non indagano su questo ?
Questo non interessa, non è funzionale a certe ricostruzioni ?
Io certamente non condanno Russo, perché com’è giusto che sia, in democrazia ci si confronta con le forze politiche che hanno i consensi, che rappresentano gli elettori. E’ realpolitik.
Ma è chiaro che si deve far prevalere, per alimentare la macchina del fango, l’immagine dell’omino nero, di Giammarinaro. E’ una visione falsa. La mafia a Salemi non c’è. Giammarinaro è stato assolto dalle accuse di mafia. Non c’è Matteo Messina Denaro che dà ordini. E da 40 anni ricorrono a Giammarinaro.

Si parla di una mafia degli anni ’80. Si continua a parlare dei Salvo. Si continuano a evocare personaggi negativi per tagliarmi le gambe. L’ultimo Salvo è morto nel 1983 !
Si vuole uccidere un paese incollandolo al suo passato. Molti processi intentati contro i Salvo, peraltro, non si sono mai conclusi e dunque molte cose sono rimaste solo prospettazioni dell’accusa. Essere dipinto come uno che prende ordini da Giammarinaro è inaccettabile, falso.

Non ho mai visto e sentito la mafia a Salemi. Ho lavorato e lavoro in piena libertà, senza alcun condizionamento che tale non può essere giudicato il confronto politico che è tipico della democrazia, di chi è eletto e propone, suggerisce, elabora proposte.

Non si può sostenere, come ho letto, che ci sono infiltrazioni mafiose solo perché un asessore conosce e parla con Giammarinaro. Non c’è una sola parola, tra l’altro, nessun elemento, nessuna novità dell’inchiesta che non fossero cose note, ma ricostruite con suggestione, in molti casi travisando e strumetalizzando, per ricostruzioni di comodo, il contenuto di interecettazioni, di incontri, di riunioni. E’ tutto alla luce del sole. Se chiama Giammarimnaro gli rispondo, gli parlo. E’ la democrazia.

Non accetto il linciaggio di questi giorni. Del resto uno non sostiene certo che il Partito Democratico è poco democratico perché è frequentato da quattro mafiosi o perché vi è un deputato in Sicilia arrestato per avere intascato una tangente per il finanziamento di un progetto sull’eolico.

Non vedo dunque di cosa io debba preoccuparmi. Pino Giammarinaro è il punto di riferimento politico di alcuni consiglieri. Questa è la democrazia. E in una democrazia i consiglieri della maggioranza interloquiscono con la giunta. E nessuno ha rilevato o scritto che questi consiglieri ottengono però sempre risposte negative.
Certi giornali hanno descritto le vicende in maniera infamante. E saranno chiamati a risponderne in sede panale e civile. Le straordinarie cose che abbiamo fatto a Salemi non possono essere vanificate da diffamatori professionali e ricostruzioni completamente false.

Parlare di infiltrazioni significa offendere persone come l’assessore Nina Grillo, che viene dal Partito Democratico, e tutte quelle personalità del mondo dell’arte, della cultura, della politica che sono venute a Salemi e le hanno dato lustro. E tra queste il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Oggi tutto il mondo conosce a apprezza le iniziative pensate per dare un volto nuovo a Salemi"
 

13,20 - Risultati d'ascolto ben poco lusinghieri per il primo appuntamento con "Ci tocca anche Vittorio Sgarbi", il programma in onda ieri in prima serata su RaiUno, condotto dal critico d'arte e politico. Gli ascolti non sono andati oltre l'8,3% di share, con circa due milioni di spettatori: la metà di quello che, di solito, RaiUno realizza abitualmente in quella fascia. Considerato il risultato, la Rai ha deciso di sospendere il programma. "La decisione è stata comunicata al professor Sgarbi - si legge in una nota di viale Mazzini - che l'ha condivisa".

9,00 - Oggi farà una conferenza stampa. Ma ieri, Vittorio Sgarbi, ha approfittato della prima delle sue cinque puntate in prima serata e in diretta su Rai Uno (il programma, alla fine, si chiama "Ci tocca anche Sgarbi") per tentare un'autodifesa rispetto ai suoi rapporti con Pino Giammarinaro e quello che lui chiama il "miracolo" di Salemi.  Pino Giammarinaro, raggiunto martedì da un provvedimento di sequestro di beni per 35 milioni di euro, è stato definito dagli inquirenti come un elemento di spicco della broghesia mafiosa, in grado di fare affari con il settore parasanitario in provincia di Trapani, e di condizionare tutte le scelte più importanti sia in campo sanitario (dalle nomine dei primari fino all'aggiudicazione di servizi) sia in campo politico. Giammarinaro è alla base dell'elezione di Sgarbi a Sindaco di Salemi. E Giammarinaro - secondo le denunce di Oliviero Toscani e dell'attuale vicesindaco di Salemi, Antonella Favuzza - sarebbe stato una specie di Sindaco "ombra" per Sgarbi. Addirittura anche l'ultimo bilancio del Comune di Salemi venne discusso a casa sua...

Ieri, su Rai Uno, Sgarbi ha approfittato del tv pubblica l’autodifesa in diretta televisiva. “Io non sono un mafioso”, ha detto.

Ha definito l'inchiesta della Questura di Trapani ”una macchina costruita per impedire che noi partissimo , i magistrati hanno costruito un teorema a orologeria per bloccare il programma”. Peccato, però, che i magistrati non abbiano fatto nulla, dato che il provvedimento di sequestro di beni che ha colpito Giammarinaro è stato un atto disposto dalla Questura in ottemperanza alle nuove facoltà previste dal pacchetto sicurezza fortemente voluto dal Ministro dell'Interno Roberto Maroni.

Sgarbi ha aggiunto:“questa storia era già stata scritta tempo fa”.E poi giù duro: : “Dovranno pagare, falsi, bugiardi, falsari- Non consentirò di mortificare un’impresa bellissima come quella di Salemi. Una grande impresa che abbiamo compiuto contro la mafia. Bastava che i giornalisti avessero letto quello che il traditore Oliviero Toscani aveva rivelato inventando che la mafia lo aveva intimidito a Salemi. Bugie. E’ tutto costruito, non si voleva che io tornassi in tv”.