E' uno dei particolari che emergono dal corposo dossier preparato dalla Questura per giustificare il sequestro di beni per 35 milioni di euro contro ai danni di Pino Giammarinaro. Ci fu un periodo in cui Giammarianaro decideva tutto, ma proprio tutto, delle sorti del personale medico in provincia di Trapani.
Scrivono gli inquienti: "Una personalità, quindi, quella del Giammarinaro Giuseppe, tumultuosa ed invadente, capace di determinare le sorti di qualsivoglia operatore della sanità territoriale, dalla nomina di primari suoi amici al posto di autentici “scienziati” - che se a lui non legati sono da considerare “scecchi” - ai trasferimenti del personale, dalle assunzioni pure superflue di nuove energie alle riduzioni (o ripristini) degli orari di servizio, il tutto dispiegato in un terreno sì limaccioso da indurre sdegnata riprovazione finanche in personaggi non proprio avulsi da certe logiche inquinate".
Chi si lamentava più di tutti dello strapotere di Giammarinaro (senza fare nulla per impedirlo) era l'attuale Presidente della Provincia di Trapani, Mimmo Turano, fino a poco tempo fa deputato regionale dell'Udc. E' all'intercettazione di una sua conversazione che si deve questa divisione dei medici fra "scecchi" e "scienziati". Turano esprime la propria impotenza in merito alla situazione che si era creata presso l’ospedale di Alcamo per il concorso a primario in cui, sebbene concorresse un medico che godeva di ottima reputazione professionale, definito per voce comune bravo come uno scienziato vi era stata l’intromissione di Giammarinaro per sostenere fortemente tale dottor “SCALISI”. "E' lui che impera" era il commento rassegnato di Turano, che diceva: "Giustamente ... minchia ... qua ad Alcamo hanno fatto il concorso all'ospedale come primario....eh... dice che c'è un dottore che è uno scienziato....ma non lo vogliono fare vincere a questo, lo vogliono fare vincere a Scalisi che è amico di Giammarinaro....".
Giammarinaro aveva propri «fedelissimi» nei posti-chiave dell'azienda sanitaria provinciale, primo fra tutti Giuseppe «Pippo» Cangemi, per anni direttore sanitario della Asl.
In un incontro in cui veniva decisa la spartizione di posti dirigenziali nella sanità trapanese, il medico Vincenzo Borruso si rivolgeva a Giammarinaro per chiedergli: «Ma insomma, quando mi fai diventare primario?». Proprio in quel momento era stato nominato il nuovo dirigente generale dell'Asl, Fulvio Manno. La prima preoccupazione di Borruso era stata quella di chiedere a Giammarinaro: «Questo direttore amico nostro è?». Girava voce infatti che Manno volesse «liquidare» Cangemi. Giammarinaro tranquillizzò subito il suo amico medico: «Ma chi racconta queste minchiate?».
E' proprio nella salute che è cominciata - illo tempore - la formidabile carriera politica di Giammarinaro. Dall'Usl 4 nel 1991 aveva fatto il salto a Sala d'Ercole, eletto deputato regionale della Dc con 50 mila preferenze. Capo della componente andreottiana, era stato proprio il senatore a vita Giulio Andreotti ad affiancarlo in una affollata manifestazione al palazzetto dello sport di Trapani. A metà anni '90 però le indagini, i pentiti lo indicano in combutta con la mafia, a Marsala la Procura indaga sulla malagestione dell'Usl. Esce assolto dal processo di mafia, ma condannato per peculato e concussione. E quindi sorvegliato speciale.