indagato con l’ipotesi di concorso in associazione mafiosa. La stessa richiesta è stata avanzata anche per il padre dell’esponente politico, Gioacchino Cimino e per il segretario, Giovanni Galizia. Cimino era coinvolto nell’inchiesta «Family» della Dda di Palermo. Nel settembre scorso furono arrestati il sindaco di Castrofilippo e altre quattro persone mentre Cimino, assieme al padre, aveva ricevuto un avviso di garanzia. Secondo diversi collaboratori di giustizia, l’ex esponente del Pdl, del Pdl-Sicilia e poi di Fds, avrebbe ricevuto i voti delle cosche di Porto Empedocle, città vicina ad Agrigento, di cui è originario, e avrebbe ottenuto una tangente per erogare alcuni finanziamenti. Nulla di tutto questo è però risultato provato. Gli avvocati difensori hanno dimostrato che l’ex assessore non ebbe alcun contatto con i mafiosi. In ogni caso i «pentiti» avevano escluso che vi fosse stato pagamento in denaro dei voti.