Erano ragazzine, eppure ricordano molto. E – chissà – la loro testimonianza, resa nel corso dell’ultima udienza del processo per l’omicidio di Mauro Rostagno, segna un punto a favore della difesa. Non sarebbe stato Vito Mazzara a sparare, secondo le sorelle Fonte, ma tre ragazzi. Secondo Silvana Fonte “Il conducente e la persona che gli sedeva accanto avevano all'incirca venticinque anni mentre quello che stava sul sedile posteriore era più giovane».
Non è una novità. Già durante le indagini Fonte fornì un identikit del probabile assassino di Rostagno e dei suoi complici. In un’altra occasione aveva addirittura riconosciuto gli assassino in foto, portando l’allora procuratore Garofalo all’arresto di alcuni ex tossicodipendenti ospiti della Comunità Saman per quella che era la “pista interna” seguita nelle indagini. Ma dei sette soggetti coinvolti, tutti furono poi scarcerati per mancanza di ulteriori riscontri.
No, non può essere Mazzara, allora, stando a questa testimonianza. Nel 1998 era già un quarantenne maturo, non un ragazzino.
Ma cosa ci faceva Silvana Fonte, allora una ragazzina, nel luogo dell’omicidio ? «Quella sera - ha detto - ero seduta sugli scalini della chiesa insieme con mia cugina. Attendevamo il ritorno di mia madre. All'improvviso ho visto l'auto di Mauro. Era insieme con Monica Serra. Procedeva ad una velocità superiore rispetto a quella abituale. Era seguito da un'altra vettura, una Fiat Uno, con tre persone a bordo. Non si trattava di persone del luogo».
Il processo continua domani.