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25/05/2011 16:48:55

Successo dei vini siciliani a Londra

è l’evento da non perdere nel calendario delle campionarie internazionali del vino.“E’ stata una fiera eccezionale – commenta Dario Cartabellotta, direttore dell’Istituto Vite e Vino –, a Londra si è respirata aria nuova. I segnali di rinnovata vitalità del settore arrivati con le altre fiere di quest’anno si sono confermati e rinsaldati anche sulla piazza londinese. La nostra partecipazione in forze ha permesso di essere nel cuore del mercato internazionale e, così, incontrare un flusso costante di operatori di Regno Unito, Europa, America del Nord e nuovi mercati asiatici. L’export per i vini di Sicilia, soprattutto in questo momento di stagnazione dei consumi interni, continua a rappresentare per noi un obiettivo di fondamentale importanza e tutti gli sforzi che stiamo compiendo in questa direzione si stanno dimostrando efficaci e di grande portata”.

Gli stand della Sicilia sono stati sicuramente tra i più visitati registrando un afflusso mai così intenso di importatori, distributori e ristoratori locali, confermando lo straordinario appeal che il brand Sicilia suscita ormai tra addetti ai lavori e wine-lovers di tutto il mondo. Un successo frutto di un investimento che l’Istituto Vite e Vino, quest’anno, ha voluto compiere per far partecipare con forza e incisività la delegazione delle aziende siciliane a questo fondamentale appuntamento del calendario fieristico internazionale.  “Abbiamo investito su questa fiera, quintuplicando gli spazi espositivi a noi riservati, perché è qui – prosegue Dario Cartabellotta – che si decideranno i vini del futuro, le loro tendenze, le preferenze di gusto e le diverse modalità di consumo. Come poi i dibattiti avvenuti in questi giorni di fiera hanno dimostrato, oggi si può bere vino siciliano in mille occasioni diverse, stimolati da una cultura che guarda alla dieta mediterranea ma anche a tutte quelle contaminazioni culinarie che a Londra come in tanti altri paesi hanno un loro peso”.

Come da programma, nel secondo giorno di fiera si sono tenuti i tre seminari organizzati dall’Istituto Vite e Vino della Regione Siciliana in collaborazione con l’Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE) e dedicati alle eccellenze enoiche isolane. Una platea internazionale di giornalisti e operatori del settore ha preso parte ad interessanti approfondimenti su quei patrimoni vitivinicoli che hanno contribuito a rendere nota ed apprezzata in tutto il mondo la Sicilia del Vino di qualità. Peter MacCombie, Sally Easton eCharles Metcalfe sono le grandi personalità inglesi  del vino che hanno guidato i tre workshop dedicati al Nero d’Avola, il vitigno principe dell’enologia siciliana, ai vini bianchi e a quelli naturalmente dolci e liquorosi. Questa forma di incontro e di presentazione delle peculiarità siciliane rientra nell’impegno da parte dell’IRVV nell’opera di sostegno ai processi di internazionalizzazione delle aziende del vino siciliane, con l’obiettivo di generare le condizioni ottimali per sviluppare export. Il compito che l’Istituto si è prefisso è proprio quello di far incontrare domanda e offerta del vino di qualità offrendo strumenti, relazioni e opportunità di approfondimento. I segnali di grande interesse che sono arrivati dagli opinion leader coinvolti sono stati incoraggianti, a conferma di un’attenzione particolare che tutte le aziende siciliane si augurano diventi di lungo respiro e coinvolga tutti i diversi territori di produzione.

Sempre nella stessa occasioneilDirettore dell’IRVV ha potuto presentare il nuovo sigillo di garanzia per i vini Nero d’Avola: Nero d’Avola di Qualità – Sicilia. Un protocollo specifico di produzione, infatti, è stato stilato con l’obiettivo di tutelare e valorizzare proprio i vini prodotti in Sicilia con questo vitigno e che entro i confini dell’isola saranno imbottigliati. Presentare proprio in una piazza prettamente internazionale come quella di Londra uno strumento che intende tutelare il vitigno principe dell’enologia siciliana da contraffazioni di ogni sorta è un fondamentale imperativo. Queste “agripiraterie”, infatti, mettono a rischio la qualità percepita del prodotto da parte dei consumatori soprattutto esteri e danneggiano le aziende produttrici che hanno fatto dei loro Nero d’Avola di qualità un vessillo.

 

Le cantine siciliane al centro dell’interesse mondiale: grandi conferme e successo per i liquori– Solari, profumati, freschi e ricchi di frutto: i vini di Sicilia sono un’irresistibile seduzione per chi ama il vino di qualità e di territorio. Dai rossi di struttura, sino alla grazia dei vini dolci naturali, senza dimenticare la fresca fragranza dei bianchi, la scelta è stata amplissima tra le etichette della delegazione vitivinicola siciliana. Un gruppo di aziende che in questa grande kermesse londinese ha potuto sondare le nuove tendenze del mercato e intessere rapporti con i principali operatori esteri del settore, grazie a vini capaci di interpretare al meglio il cambiamento di gusto del consumatore.

Il giudizio sulla fiera diVinzia di Gaetano, amministratore delegato di Firriato, è netto “Dai grandi importatori alle catene di ristoranti o enoteche, la London International Wine Fair attira tutti i compratori dell'industria. Per noi il mercato inglese negli anni si è rivelato molto importante: se si vuole lanciare nuovi prodotti, incontrare vecchi e nuovi clienti o parlare con giornalisti, questa fiera si dimostra ogni anno l’evento chiave del calendario mondiale del vino”. Antonio Rallo, diDonnafugata, ne condivide il giudizio: “Negli ultimi anni abbiamo visto crescere la qualità e le opportunità di questa fiera. Come sempre, ci sono stati partecipanti di altissima qualità nel corso dei tre giorni. Abbiamo avuto un sacco di incontri molto costruttivi con molti operatori storici ma anche nuovi. Vini comprovata qualità da uve autoctone e rappresentativi di un territorio eccezionale, è questo il segreto del successo siciliano”. Carmelo Bonetta, fondatore insieme ai fratelli della cantina “Baglio del Cristo di Campobello”, sottolinea il valore delle opportunità che si presentano in questa grande kermesse: “Questa è stata la nostra prima partecipazione, ma abbiamo fin da subito avuto un bel carico di impegni, incontri e degustazioni. Siamo già presenti sul mercato inglese ma questa partecipazione è servita a gettare i presupposti per una crescita ulteriore su questo mercato. Le prospettive sono molto incoraggianti. Nero d’Avola per i rossi e Grillo per i bianchi sono stati i nostri vini più premiati dai concorsi enologici collegati alla fiera ma anche i più ricercati”. Giorgio Milazzo, titolare dell’Azienda Agricola Giorgio Milazzo – Terre della Baronia sul mercato inglese cerca nuovi importatori: “E’ stata un’occasione interessante, gli operatori incontrati sono autorevoli ed hanno alle spalle un’organizzazione che può gestire al meglio la penetrazione su questo ed altri mercati. Nell’area espositiva della Sicilia quest’anno c’è stato molto movimento. A tutti ho rinnovato l’invito a farci visita in azienda per mostrare loro la cantina e il territorio dal quale la grande qualità dei nostri vini prende vita”. Giovanni Greco, presidente diViticultori Associati – la cantina sociale di Canicattì – si mostra soddisfatto per gli incontri avuti: “Ogni anno nascono da questa Fiera opportunità e conferme che non avremmo mai potuto prevedere. Il nostro export nel mercato inglese è in costante crescita, abbiamo rinsaldato rapporti e stretti di nuovi con i quali abbiamo potuto presentare anche le nuove etichette di Nero d’Avola e Grillo”. Rosario Catalano, direttore commerciale di Casa di Grazia, ci tiene a commentare positivamente i nuovi spazi espositivi dell’area Sicilia: “Per noi è la terza partecipazione a questa fiera e sicuramente, quest’anno, gli spazi più ampi hanno dato modo alle aziende di giocare meglio le proprie carte. La nuova veste grafica degli stand, più solare e ariosa, ha aiutato a prendere maggiormente in considerazione la Sicilia. Abbiamo avuto contatti di qualità, soprattutto alla ricerca di vitigni autoctoni: primo fra tutti il Nero d’Avola ma anche bianchi come il Grillo”. AncheMimmoTola,  titolare dell’azienda Tola di Gela, stila un bilancio positivo dell’esperienza e parla dei nuovi stand: “Quest’anno in più con gli spazi più ampi dedicati alla Sicilia ci hanno permesso di relazionarci con maggiore efficacia con operatori intervenuti, americani e cinesi in particolare, e consolidare i rapporti che già avevamo con gli importatori inglesi. Il prodotto più richiesto è certamente il Nero d’Avola e crediamo che in questo senso il nuovo sigillo di garanzia possa dare presto quelle tutele che questo prodotto che sta rendendo grande la Sicilia si merita. Gera Ienna di Donnadicoppe si dice stupita: “la qualità dei contatti che abbiamo ricevuto, quasi esclusivamente operatori del settore, soprattutto UK, concretamente interessati a tessere rapporti commerciali ci ha meravigliato. Siamo certi che raccoglieremo presto i frutti di queste nuove relazioni”. Non meno felice l’incontro con la ricchezza del frutto espressa dai vini liquorosi Made in Sicily. I due banchi che offrivano questo tipo di bevande sono stati letteralmente presi d’assalto per tutti i tre giorni della fiera, suscitando l’interesse di un pubblico molto variegato, curioso di scoprire un aspetto diverso della produzione siciliana. Alessandro Russo, responsabile export dellaDistilleria Fratelli Russo, si dice molto contento per questa prima esperienza alla LIWF: “abbiamo avuto moltissimi contatti, un centinaio circa, operatori del settore nella quasi totalità, inglesi ma anche da Canada, Svezia, USA e Sud Africa. Non ci aspettavamo una tale attenzione: il vino siciliano ha già un mercato consolidato all’estero, per i liquori c’è ancora tanto da costruire. Il nostro limoncello e i liquori alla crema hanno fatto da apripista per prodotti ancora troppo poco conosciuti e apprezzati come la grappa”. Gli fa ecola signora Rita Russo di Limonio: “Sono davvero soddisfatta per la grande affluenza di pubblico che abbiamo avuto. I miei liquori sono piaciuti e appena tornati siamo stati subito ricontattati da vari importatori di paesi come Polonia, Svezia, Canada e America. Per questi paesi i nostri liquori possono rappresentare una valida alterativa al vino, anche in abbinamento al cibo”.

I vini di Sicilia tra touch screen e QR code–E’ certamente una notiziache, anche tra gli espositori della Fiera di Londra, la Sicilia abbia ideato il sistema tecnologico-informatico più avanzato e interattivo. La nuova veste grafica, ricca di immagini evocative, ariosa e sempre attenta a valorizzare i patrimoni paesaggistici e culturali dell’Isola, ha fatto da sfondo a un esposizione densa di profumi ma anche di preziose informazioni a portata di touch screen e di smart phone.Così come è avvenuto  a Verona per il Vinitaly, i produttori dell’Isola sono stati accompagnati dal sistema denominato “The Gate to World Wine and Web” messo a punto grazie alla preziosa collaborazione dell’IRVV con l’Università di Palermo.A fianco di ogni azienda attraverso i pratici QR code ogni visitatore ha potuto accedere immediatamente tramite i propri smart phone ai siti delle aziende. I totem interattivi poi, dotati di monitor touch screen, si sono rivelati preziosi per orientare gli operatori tra i vari banchi e per fornire informazioni utili su territori di produzione, aziende e vini in degustazione. In fila alle postazioni touch screen dei tre stand gli avventori della fiera hanno cercato e trovato informazioni utili, schede tecniche e immagini, ognuno seguendo il proprio intuito, alla scoperta del mondo dei vini di Sicilia.