E' quanto rivelano fonti investigative, precisando che l'accusa per il finanziere siciliano è manipolazione del mercato.
Cimino era indagato dalla procura milanese per le manovre finanziarie su Cape Live (CALIV.MI: Quotazione), investment company quotata, che Cimino ha fondato nel 2007 e di cui era vicepresidente fino allo scorso febbraio.
Cape Live ha precisato in una nota diffusa in serata di aver ricevuto un avviso di garanzia -- in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità delle società -- per illecito amministrativo commesso a Milano tra settembre 2009 e novembre 2010 in conseguenza di operazione fatte da Cimino ed altri.
Cape Natixis è presente, fra le altre, nel capitale di Arkimedica (AKM.MI: Quotazione) e Screen Service Broadcasting (SSB.MI: Quotazione). In una nota, Screen Service precisa che Cimino "non ricopre più alcun incarico, né nella Spa quotata, né in alcuna altra società del gruppo", e aggiunge di essere estranea ai fatti e di non aver ricevuto alcuni tipo di accertamento nell'ambito della vicenda che coinvolge Cape, azionista della società con una quota del 30,182%.
Il ministero dell'Economia, su proposta di Bankitalia, ha disposto l'amministrazione straordinaria di Cape Natixis il 6 aprile scorso.
La nota di Cape Live spiega che l'avviso di garanzia ricevuto ipotizza che Cimino abbia avere tenuto, in concorso con altri membri del cda e con Jean Louis Jaumin -- ex dirigente di Banca Degroof fermato dalla Gdf all'inizio di maggio -- "una condotta idonea ad incidere sensibilmente sul prezzo delle azioni ordinarie di Cape Live e sul prezzo dell'obbligazione convertibile emessa" dalla stessa società.
"In particolare, per effetto della realizzazione di una operazione simulata di sottoscrizione del prestito obbligazionario convertibile, al mercato venivano diffusi risultati di raccolta pari a 27 milioni di euro, laddove 10 milioni non potevano dirsi effettivamente raccolti".
La nota di Cape Live -- che ribadisce di non avere più legami con la passata gestione -- aggiunge che nell'informazione di garanzia si rileva nei confronti di Cimino anche "la responsabilità di aver occultato agli organi di controllo ed al pubblico l'esistenza di un pegno sul deposito di Cape Live presso Banca Degroof", sottoscritto nell'ottobre 2009 e concesso alla stessa banca a garanzia del debito della società lussemburghese Sopafim Holding Sa. Una "garanzia del tutto estranea agli interessi della Cape Live, che vincolava tutta la liquidità a quel tempo giacente presso la Banca per un importo di circa 8 milioni di euro", continua la nota, in cui la società rassicurare il mercato "che questa vicenda non intacca la regolare attività e operatività"-
Relativamente a Jaumin, Cape Live ribadisce di ritenersi parte lesa, ricordando di aver promosso in Svizzera un'azione penale contro di lui già nell'autunno scorso, "non appena ravvisò delle condotte poco trasparenti e potenzialmente illecite".