Il provvedimento risale al periodo compreso tra la fine di aprile e i primi di maggio, ma la notizia é stata pubblicata oggi dal "Giornale di Sicilia". Uno degli scarcerati prestó la carta di identitá per procurarsi le schede telefoniche necessarie al "viaggio della speranza", un altro accompagnó lo "Zio" in Francia e approfittó della trasferta per fare qualche puntata al casinó, un altro ancora partecipó al comitato di accoglienza per festeggiare il rientro a Villabate di Provenzano, reduce dall'operazione a una spalla e alla prostata, eseguita a Marsiglia nel 2003. Libero anche un presunto prestanome dei boss, Vincenzo Alfano. Fuori dal carcere tutti e quattro gli imputati che erano stati arrestati nel 2006 ed erano ancora in cella perché condannati, il 2 luglio 2009. Gioacchino Badagliacca e Giampiero Pitarresi avevano avuto sette anni e mezzo ciascuno, Vincenzo Paparopoli e Vincenzo Alfano sei anni e otto mesi a testa. Ma quasi due anni dopo la decisione di secondo grado, peró, la sentenza definitiva della Cassazione non é ancora arrivata (l'udienza é prevista per la metá del mese) e la stessa Corte d'appello ha dovuto metterli fuori perché il tempo é scaduto. I quattro presunti mafiosi devono presentarsi tre volte alla settimana in un posto di polizia.
La dichiarazione del senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia:“È inaccettabile che quattro mafiosi, condannati con l’accusa di essere stati fiancheggiatori del boss Provenzano, vengano scarcerati per decorrenza dei termini di custodia cautelare. È questa una delle falle del sistema giudiziario che nel corso degli anni ha consentito ai boss di farla franca. Da tempo propongo in Parlamento e in Commissione antimafia l’istituzione di un doppio binario per i reati di mafia, affinchè casi come questo non possano più accadere. Chiedo, pertanto, al governo e alla maggioranza di accogliere queste proposte per impedire che i boss possano beneficiare di cavilli e scappatoie”.