Non era certamente il personaggio politico più illustre di fronte alla platea di circa 500 persone autoconvoca tesi per scongiurare l'abbattimento delle loro case (abusive) costruite a Marsala, Trapani e nel resto della provincia.
Ma l'intervento di Rosanna Genna è stato singolare. Perché il vicepresidente del Consiglio Comunale ha portato la "solidarietà" agli abusivi dell'intero consiglio comunale. Avete capito bene. Il rappresentante del consiglio comunale di Marsala porta la solidarietà dell'ente a degli abusivi contro i quali lo stesso ente, il Comune, in ottemperanza agli obblighi di legge, sta procedendo con l'esproprio degli immobili e poi con i primi abbattimenti.
Stessa cosa per il senatore Antonio D'Alì, presidente della Commissione Territorio e Ambiente, che però davanti gli abusivi si è trasformato nel Presidente della Commissione Anti - territorio e anti - ambiente. Li ha anche ricevuti in commissione, qualche tempo fa. E su questo, nulla piove. Ma è davvero singolare che il rappresentante delle istituzioni dia consigli su come affrontare il tema della sanatoria: "Contro di voi purtroppo c'è un muro ideologico" ha detto D'Alì davanti l'assemblea. Il riferimento è a chi "ogni volta che si parla di sanatoria associa questo termine all'illegalità". Invece per D'Alì è necessario sanare, anche perché, secondo lui, "il dissesto che ha portato ai disastri di Messina, l'anno scorso, è avvenuto in una zona dove legalmente si era costruito". Per D'Alì l'esempio serviva a fare capire che spesso anche ciò che è costruito in regola è un disastro per l'ambiente - ed è vero - ma nella sintesi del suo intervento sembrava quasi che costruire legalmente portasse al dissesto, e costruire illegalmente portasse alla riqualificazione. Già, riqualificazione è la parola d'ordine suggerita da D'Alì. Perché se sulla parola "sanatoria" c'è il muro ideologico di cui sopra, sulla parola "riqualificazione" sono tutti d'accordo. Sfonderà la breccia anche dei più riottosi. D'Alì suggerisce inoltre di parlare di "messa in sicurezza delle case e delle coste". E aggiunge: "Molti cittadini sono stati costretti a costruire case non in regola".
La platea gradisce, anche se il microfono non funziona. Il problema delle costruzioni abusive riguarda in Sicilia circa 400.000 immobili. Non possono essere sanati. Per loro è previsto l'abbattimento. Dopo anni di ritardi e lentezze molti Comuni stanno cominciando. Anche a Marsala si va avanti su questa strada. In platea molti si sentono traditi dal Sindaco di Marsala, Renzo Carini. "Lo avevamo votato perché si era impegnato ad aiutarci, e poi ci ha abbandonato" lamenta un partecipante. Stessi strali verso Giulia Adamo.
La sala è addobbata con dei cartelli. "Non siamo mafiosi" c'è scritto. Vero. Però in un intervento c'è chi invoca la sanatoria per una strana ragione: "Hanno fatto l'indulto per i reati gravi, perché non fanno un indulto anche per noi?". Arrivano anche proposte audaci: "Abbattiamo le case abusive, ma il Comune ci dia i soldi del valore dell'immobile in cambio - suggerisce un anziano occhialuto - così si mette anche in moto l'economia, perché si crea un sacco di liquidità di denaro in giro". C'è chi propone di dare le case abusive in locazione ai proprietari e di chiuderla lì.
Applausi per Ruggirello, il deputato regionale più attivo per cercare di portare avanti all'Ars un disegno di legge sulla sanatoria.
Tra i più attivi anche Stefano Pellegrino, e poi il presidente del consiglio comunale di Trapani, Katia Bucaria. "Anch'io sono abusiva", dice. Siamo tutti berlinesi, verrebbe da replicare. Bucaria sollecita Rosanna Genna a fare "come abbiamo fatto a Trapani: approvare un ordine del giorno contro l'abbattimento delle case abusive". Aggiunge anche lei una motivazione - geometrica - per non abbattere: "L'abbattimento di una casa abusiva crea problemi di sicurezza alla casa accanto. La deturpa".
Anche Ruggirello suggerisce che i comuni potrebbero procedere con l’approvazione di ordini del giorno, così come fatto a Trapani, che intanto sospenderebbero i procedimenti di demolizione in corso. “È l’unico modo per dare peso ad una questione che interessa tutti e che non riguarda solo la presenza di case abusive. I comuni non hanno competenza in merito ma in questo modo darebbero rilevanza alla questione. Stiamo cercando di trovare una soluzione alternativa, meno drastica della demolizione. È una questione contraddittoria ma che non può essere risolta togliendo una proprietà a persone che hanno fatto sacrifici e che dopo 30 anni vedrebbero abbattere quella che per molti è la prima casa. Non è un provvedimento volto a coprire l’illecito o a sanare nell’immediato le case fuori regola. È un atto che consente di regolamentare le costruzioni, rispettando il sacrificio e l’impegno dei proprietari, e consentire una valorizzazione del paesaggio costiero”. Prossimo appuntamento il 14 Giugno.
Quel giorno la commissione regionale ha fissato un’audizione per analizzare il disegno legge presentato da Ruggirello. Si tratta di una normativa già esistente, del 1994, recuperata e riadattata, con l’aiuto di esperi e tecnici, "per intervenire con minuziosità e oculatezza nel riordino di tutte le coste siciliane".