L'indagine aveva portato alla luce un accordo tra i clan di Cosa nostra e quelli legati alla Camorra per ottenere il monopolio del trasporto dei prodotti ortofrutticoli, imponendo le ditte nei mercati di Fondi, Aversa e Giugliano. Il sequestro ha riguardato beni immobili, e due imprese di distrubuzione dell'ortofrutta, con relativo complesso aziendale.
10,00 - La Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ha concluso, nei giorni scorsi, le operazioni di sequestro di beni mobili ed immobili, di disponibilità finanziarie, aziende e società, riconducibili a due imprenditori ritenuti contigui a “Cosa nostra”. Il valore complessivo dei beni in sequestro è di oltre 11 milioni di euro. I due distinti provvedimenti di sequestro, eseguiti dalla Sezione Operativa della D.I.A. di Trapani, sono stati adottati, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale di Trapani - Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale formulata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo nei confronti dei fratelli SFRAGA Antonio, 45enne di Marsala, e e Massimo Antonio, 38enne di Mazara del Vallo, imprenditori di Petrosino, noti commercianti del settore ortofrutticolo della provincia di Trapani.
I fratelli SFRAGA sono stati arrestati, nell’aprile scorso, dalla Sezione Operativa della D.I.A. di Trapani, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli (Schiavone Francesco + 73), poiché ritenuti responsabili del delitto di illecita concorrenza con minaccia o violenza, in concorso, aggravata perché commessa avvalendosi dell'associazione mafiosa.
Il provvedimento di sequestro tiene conto delle risultanze emerse nel corso dell’attività investigativa svolta dalla Sezione Operativa D.I.A di Trapani, nell’ambito dell’operazione “PARTY”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, che aveva delineato, in particolare, la contiguità degli SFRAGA con ambienti della criminalità organizzata e specifiche responsabilità in ordine ai reati di usura ed intestazione fittizia di beni.
Nel corso delle indagini è emerso che i fratelli SFRAGA, nella veste di referenti del sodalizio mafioso facente capo alle famiglie RIINA e PROVENZANO, in concorso con altri soggetti – alcuni dei quali appartenenti ad alcuni gruppi camorristici, segnatamente al clan dei casalesi – imponevano, sia nei mercati di Catania e Gela (CL) e della Sicilia Occidentale, che nei mercati di Fondi (LT), Aversa (CE) e Giugliano in Campania (NA) e, quindi, ai commercianti, le ditte che dovevano effettuare il trasporto su gomma dei prodotti ortofrutticoli, nelle tratte dalla Sicilia verso la Campania, il Lazio ed altre zone del territorio nazionale.
In sintesi è stato interrotto il pactum sceleris tra i clan camorristici e quelli legati a cosa nostra, finalizzato ad ottenere il monopolio del trasporto dei prodotti ortofrutticoli, con inevitabili ripercussioni sul libero mercato.
Il sequestro ha riguardato diversi rapporti bancari, numerosissimi beni immobili, due aziende per la commercializzazione di prodotti ortofrutticoli, con relativo complesso aziendale, nonché una ditta per la commercializzazione di cemento, quest’ultima ritenuta fittiziamente intestata ad una giovane petrosilena, incensurata.
Gli accertamenti di natura economico-patrimoniale svolti dalla Direzione Investigativa Antimafia di Trapani, hanno dimostrato che il patrimonio accumulato dai fratelli SFRAGA – che annualmente versavano occultamente centinaia di migliaia di euro su conti correnti e depositi intestati a dipendenti o persone di fiducia – era provento delle attività illecite da questi svolte.