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14/06/2011 06:44:29

Celestino Errera rovinato da una scappatella. Non sua...

UNA "FOTTUTA". Alla fine la “fottuta” l’ha avuta lui, Celestino. Da Berlusconi a Srauss – Kanh, è il sesso che ormai rovina le persone. Solo che i potenti hanno mezzi e fior di avvocati per cambiare le leggi, uscire fuori dai casini, mostrare eventuali complotti. In periferia invece le “fottute” si fanno, ma molto spesso si prendono.
Una donna ha rovinato Celestino Errera. Ma non è né una Ruby “de noantri” né una storia di tradimenti, questa. Perché a Celestino l’ha rovinato una donna, si, ma di un altro. E soprattutto, l’ha rovinato l’amicizia.
Di tutta la sua vicenda giudiziaria, conclusa con la condanna ad un anno e sette mesi dopo il giudizio abbreviato, lui fa una sintesi che – appunto – più abbreviata non si può: “Sono stato incastrato per una macchina prestata ad un amico, che aveva l’appuntamento con un amante. Solo che la fottuta me la sono presa io…”.
E’ il pomeriggio del 9 Ottobre 2007. Due giorni prima dell’arresto di Rallo.
Celestino Errera è imprenditore del calcestruzzo e consigliere comunale, espressione di una famiglia tra le più “chiacchierate” di Marsala. E’ stato eletto con una lista civica dell’Mpa, è poi passato con l’Udc.
Chi ha avuto più guai con la giustizia è suo fratello Maurizio. Condannato nel 2006 per estorsione aggravata, sorvegliato speciale, è in corso per lui un procedimento che porterà al sequestro di beni per circa 2 milioni di euro.

Quel pomeriggio, Celestino è al bar, al Saviny. Un caffè con gli amici, quattro chiacchiere. Passa da lì Michele Giacalone, amico intimo della famiglia Errera. Viaggi insieme, mangiate, tanti affari in comune. Anche Giacalone è nel giro dell’edilizia e del calcestruzzo.
Giacalone dice ad Errera di avere un problema. Deve vedersi con una donna per una scappatella. Una “fottuta”, insomma. E ha bisogno di una macchina.
Errera la macchina sua non gliela può dare. Serve a lui. E allora che fa? Dice ad un loro conoscente che assiste alla conversazione, Bruno Costantino, di chiamare un autonoleggio di Strasatti, e di prendere una macchina per Giacalone a suo nome. Così fa contento l’amico e si leva un problema.
Anche Costantino non è che sia uno stinco di santo. E’ stato già condananto a 4 anni di reclusione per il reato di detenzione e spaccio di stupefacenti commesso a Lucca ed in Spagna nel 2003. Era stato arrestato a Campobello di Mazara, e aveva scontato l’ultima parte della sua pena proprio a Marsala.
Errera non sa che quella macchina verrà utilizzata da Giacalone proprio per andare a trovare il boss latitante Rallo.
E non immagina che da lì a pochi giorni gli verrà notificato un avviso di garanzia per favoreggiamento aggravato.
Nel processo, Giacalone (che patteggerà la sua condanna) confermerà l’accaduto e la circostanza: “Errera non sapeva nulla di Rallo. Ho chiesto un auto a Celestino perché mi dovevo vedere con una donna”. Il nome di questa donna, però, non lo fa.
E i giudici non gli credono. Soprattutto, non credono a Celestino. Sapeva – dicono i magistrati - che quell’auto serviva per la latitanza di Rallo. Da qui la condanna ad un anno e mezzo con la condizionale, condanna ormai definitiva dopo la sentenza di Cassazione.
“Non si è tenuto conto – commentano amareggiati i legali – del riscontro delle due dichiarazioni, quella di Errera e quella di Giacalone , né del fatto che non ci sono stati nella condotta di Errera metodi mafiosi, né un aiuto concreto all’organizzazione”.
Ad inchiodare Errera è anche l’intepretazione di un’intercettazione telefonica. Qualche giorno dopo l’arresto di Rallo e Giacalone i carabinieri mandano a chiamare Bruno Costantino e gli fanno una serie di domande sui suoi rapporti con Giacalone, su quell’auto. Costantino è spaventato, con tutto quello che ha passato non ha voglia di finire nuovamente in galera. Crede di essere stato incastrato e comincia a chiamare a ripetizione Errera. “M’arruvinasti” gli dice al telefono. E lui: “Guarda che non ho idea di quello che sta succedendo. Sono stato coinvolto quanto te”.
Alla fine i giudici crederanno alla buona fede di Costantino, che verrà assolto. Errera invece è stato condannato. “Non ho alcuna intenzione di dimettermi” dichiara. Come? Non ci aveva detto che si sarebbe dimesso in caso di conferma della condanna di primo grado? “Si, ma ho cambiato idea. Io non ho fatto nulla, sono a posto con la mia coscienza”.


Carlo Rallo