I due uomini, intercettati da una pattuglia dei carabinieri della stazione di Locogrande, alla vista dei militari hanno immediatamente invertito il senso di marcia, allontanandosi a gran velocità. Un comportamento che ha insospettito i militari, che si sono immediatamente posto all’inseguimento riuscendo a bloccare la vettura. Dopo le formalità di rito, Vito Marino e Giorlando Pugliese sono stati trasferiti presso la casa circondariale di San Giuliano
11,05 - I cugini MARINO, rispettivamente figlio e nipote del noto capo mafia di Paceco , paesino distante pochi chilometri da Trapani, Girolamo MARINO inteso "Mommo u nano" assassinato negli anni '80, durante la guerra di mafia che sconvolse il trapanese e che vide l'affermarsi dei corleonesi di Totò RIINA, erano ricercati da alcuni anni a seguito del provvedimento di cattura emesso dai Giudici di Brescia.
Il 31 dicembre dell'anno scorso in Spagna (Tenerife) l'interpol italiana, coadiuvata da agenti della Squadra Mobile di Brescia e di Trapani localizzò ponendo fine alla latitanza MARINO Salvatore.
L'arresto di ieri notte è avvenuto dopo un lungo inseguimento nelle campagne tra Trapani e Marsala.
I Carabinieri della Stazione di Locogrande insospettiti del movimento di un'autovettura che alla loro vista aveva invertito il senso di marcia, allontanandosi a gran velocità, riuscivano dopo un lungo inseguimento a bloccare il veicolo.
Nell'autovettura, oltre al latitante e ad un fiancheggiatore, PUGLIESE Giorlando, 40 enne, imprenditore edile pregiudicato, arrestato per favoreggiamento, sono stati rinvenuti strumenti tecnici impiegati per l'individuazione di microspie e per la bonifica ambientale, nonché due valigie ed altro materiale considerato di rilevante importanza tuttora al vaglio degli investigatori.
Gli arrestati si trovano al momento rinchiusi presso il carcere di Trapani.
9,30 - Arrestato dai carabinieri della compagnia di Trapani il latitante Vito Marino. A suo carico un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte d'assise di appello di Brescia nel 2010 per triplice omicidio volontario aggravato. Vito Marino era latitante dal 7 giugno 2010 ed e' stato catturato dopo che aveva cercato di eludere un controllo di polizia. Marino era in macchina insieme a un suo amico, arrestato con l'accusa di favoreggiamento. In auto aveva contromisure elettroniche per rilevare telecamere ed apparati intercettivi.
Un cugino di Vito Marino, Salvatore, anch'egli condannato all'ergastolo per la stessa strage, era stato arrestato dai carabinieri lo scorso 31 dicembre in Spagna.
LA STRAGE DI BRESCIA. Il 28 agosto 2006 furono uccisi nella loro villetta alla periferia di Brescia Angelo Cottarelli, di 56 anni, la compagna Marzenna Topor, polaca di 41 anni, e il figlio sedicenne Luca. Agghiacciante la scena del delitto. Marzenne Topar e il figlio Luca erano seduti su un divanetto nella taverna della villa, le
mani strette da fascette per elettricisti, i pigiami intrisi di sangue. Angelo Cottarelli era ancora agonizzante, riverso sul pavimento all'ingresso della taverna; respirava a malapena. Il sangue che gli colava nella gola gli strozzava le parole. E' morto anche lui, poco dopo, all'ospedale civile di Brescia, senza dire chi l'ha ucciso. Secondo le prime ricostruzioni fu lo stesso Cottarelli ad aprire ai suoi assassini.
Imputati per l'omicidio sono i cugini Vito e Salvatore Marino che hanno agito - secondo l'accusa - con ferocia, con l'intenzione di infliggere una punizione esemplare: le vittime sono state legate, colpite con tre colpi di pistola calibro 22 e sgozzate con una lama di cucina.Ora, per il masscaro di Brescia il 10 novembre e' fissato il processo davanti ai giudici della corte di Cassazione.