dell’Istituto siciliano, non ha ancora ricevuto alcunché. L’uomo, Francesco Mammoliti, ha deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica”. Lo denuncia Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, dopo un lungo colloquio con il detenuto, 44 anni, nato a Buenos Aires, attualmente ristretto nel Centro Clinico della Casa Circondariale di Cagliari. “Il 21 gennaio scorso – ha detto il giovane siciliano affetto da gravi problemi cardiocircolatori – sono stato tradotto a Buoncammino per la necessità di usufruire di una struttura penitenziaria dotata di un Centro Diagnostico Terapeutico in cui poter effettuare tempestivamente cure ed esami. All’atto della trasferimento mi consentirono di portare solo lo stretto necessario sia perché il trasferimento sarebbe avvenuto con l’aereo sia perché il soggiorno nel nuovo carcere sarebbe durato solo pochi giorni”. “Una volta giunto a destinazione – ha sottolineato il detenuto – ho appreso che la permanenza nell’Istituto sardo si sarebbe protratta a causa delle mie precarie condizioni di salute. Ho quindi scritto al Direttore del carcere di Trapani informandolo della situazione e chiedendogli di farmi recapitare, come del resto mi era stato assicurato al momento del trasferimento qualora la permanenza si fosse prolungata per un periodo ragionevole, i bagagli. Non avendo avuto risposta, ho inviato un’istanza attraverso l’Istituto cagliaritano. Ancora una volta però non ho avuto riscontro. Ho quindi presentato reclamo al Magistrato di Sorveglianza di Cagliari per sollecitare il Direttore di Trapani. Nessun riscontro hanno avuto neanche le richieste inviate via fax e gli interventi telefonici da parte dei miei avvocati. Del problema sono stati interessati anche il Direttore e il Comandante della Casa Circondariale di Cagliari i quali mi hanno comunicato che il Direttore di Trapani non intendeva recapitare i bagagli essendo la mia assegnazione provvisoria”. “E’ evidente – ha precisato Mammoliti – che il Direttore del carcere di Trapani interpreta erroneamente il comma 8 dell’art. 83 del DPR 230 del 2000 in quanto la durata del trasferimento non può considerarsi breve essendo trascorsi 5 mesi e presumibilmente essendo necessaria una ulteriore permanenza per ragioni legate alle condizioni di salute. La chiarezza della normativa – ha concluso Mammoliti – rende incomprensibile l’atteggiamento ostinato del Direttore. Ho presentato un esposto alla Procura della Repubblica per verificare se non possa configurarsi il reato di omissione di atti d’ufficio”. “Si tratta – sottolinea Caligaris – di un’assurda vicenda che viola il diritto del cittadino privato della libertà, danneggiandolo. Il detenuto, infatti che vuole proseguire gli studi, non può farlo in quanto gli mancano i libri. La negazione del suo diritto equivale quindi a un danno materiale e morale che può compromettere il suo progetto di recupero. Nel bagaglio sono custoditi, tra le altre cose personali, documenti e abiti invernali che peraltro avrebbero necessità di essere lavati e conservati adeguatamente. L’auspicio è che il buon senso prevalga su un eccesso di zelo incomprensibile e inaccettabile”.