Proprio come faceva fino a poco tempo fa Pino Giammarinaro, nei cui confronti la questura di Trapani ha sequestrato beni per 35 milioni frutto delle attività svolte illecitamente nel periodo in cui era sorvegliato speciale.
A Campobello Pino Giammarinaro la campagna elettorale per l’elezione del nuovo Sindaco e del consiglio comunale se l’è fatta di striscio, per cause di forza maggiore. Ma è arrivato giusto giusto a partecipare il 19 Marzo all’inaugurazione del comitato elettorale di un suo candidato al consiglio comunale, Andrea Gulotta, e del sindaco uscente Ciro Caravà. Giammarinaro sosteneva Caravà con una lista civica (Democrazia e libertà), l’Mpa e il Pd. Quella serata del 19 Marzo se la ricordano in molti. Anche perché il festeggiato non era il candidato, ma sempre Giammarinaro, che dovunque andava richiamava gli amici da tutta la Provincia, e che – udite udite – è venuto accompagnato dal Sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi (ma come? Non avevano litigato?) il quale durante la serata dirà che è importante votare Caravà “perché mi stima, quindi è intelligente”, e si definirà “buon amico di Giammarinaro”.
Per la cronaca, Gulotta è stato eletto in consiglio comunale, secondo nella sua lista. Caravà invece dopo l’operazione “Salus iniqua” si è unito al coro di coloro che smentiscono ogni rapporto con Giammarinaro, e per metterci il carico da undici si è presentato al turno di ballottaggio con un manifesto inequivocabile: “Vota Caravà contro tutte le mafie”, glissando, elegantemente, sulle intercettazioni in importanti inchieste di mafia dove è citato e sulla proposta di scioglimento rimasta nei cassetti del Ministero dell’Interno. Nel frattempo una lettera anonima giungeva ai Carabinieri della stazione di Campobello, con una lunga equazione, che cominciava così: “Ciro Caravà = Andrea Gulotta = Pino Giammarinaro =…”. E Vincenzo Cuttone, altro candidato Sindaco, chiedeva inutilmente la sospensione della campagna elettorale, “per chiarire – chiede al Prefetto - i rapporti tra Giammarinaro e Caravà, in ragione della loro buona amicizia”.
“Non ho mai avuto rapporti politici con Giammarinaro” dichiarerà Caravà. Bugia. Non fosse altro che per un simpatico episodio. È un sonnacchioso fine Luglio di due anni fa, il 2009. Il Sindaco di Campobello nomina niente di meno che “Assessore alla comunicazione e alla legalità” Raffaele Tonon. I teledipendenti lo conosceranno: è il vincitore del reality “La Fattoria” del 2005 e uno degli ospiti fissi dei programmi Mediaset. Ebbene, l’idea di quella nomina fu proprio di Pino Giammarinaro. “Credo che, più di tanti altri, Raffaello Tonon sappia interpretare la voglia di cambiamento che c’è nei giovani. L’ho scelto come assessore per questa ragione”, dichiarò Caravà. Più prosaicamente, lo stesso Tonon spiegò che l’idea era stata dello stesso Giammarinaro (che un anno prima si era inventata la candidatura a Sindaco di Sgarbi a Salemi, e poi aveva indicato con Sgarbi stesso la giornalista Maria Giovanna Maglie come assessore della Giunta provinciale del Presidente Mimmo Turano). Ecco le sue parole: “Ho conosciuto l’onorevole Giammarinaro, sono stato a Salemi, mi ha presentato il sindaco di Campobello e la cosa è nata così. Sono delle situazioni nelle quali c’è la persona giusta al momento giusto”. Come finì? Che a Campobello di Mazara Tonon non ci andò neanche una volta, neanche per firmare la nomina, e Caravà si arrabbiò parecchio: “Dalla data della nomina il signor Tonon, non ha partecipato alla vita amministrativa e politica dell’ente, non presenziando a nessuna delle attività della pubblica amministrazione. Da parte di Raffaello Tonon non è pervenuta alcuna comunicazione in merito al protrarsi di tale assenza dalla vita amministrativa”. Insomma, a Settembre Tonon era già stato silurato.
La prima sindacatura Caravà però è ormai il passato. D’altronde in campagna elettorale la parola d’ordine era “futuro”. E Caravà adesso propugna amore e dialogo, anche se i suoi avversari non le mandano a dire. Quelle di Daniele Mangiaracina, sconfitto al ballottaggio, sono parole che pesano: «la magistratura e gli inquirenti hanno il dovere di scendere a Campobello per accertare se queste elezioni sono state condotte nel rispetto delle regole democratiche e civili. Contestiamo l'operato di questo sindaco anche durante la campagna elettorale che non è stata chiara. Riteniamo che ci sia stata una compravendita di voti. Campobello è stata abbandonata dalle istituzioni e la società civile e onesta non è riuscita a sconfiggere i poteri forti che hanno prevalso». Caravà risponde e annuncia querela: «Mangiaracina è una persona che non sa quel che dice. Siamo di fronte all'inverosimile e temo anche per la mia persona. L'unico che ha acquistato voti forse è stato lui ed è lui che ha conti in sospeso con la giustizia. Il 27 giugno, per esempio, è atteso da una udienza al Tribunale di Marsala dove sarà giudicato perché quando era sindaco ha fatto in modo che un locale abusivo che a Tre Fontane era stato realizzato in un terreno dei suoi consuoceri non venisse chiuso. Cosa che è accaduta quando mi sono insediato io e ho applicato un provvedimento giudiziario». Caravà aggiunge «Invece di criticare Mangiaracina farebbe meglio a verificare chi sono i candidati nelle liste che lo sostenevano. Qualcuno mi spieghi come mai atti intimidatori gravi, come il taglio di alberi di ulivo, delle gomme alle auto e l'incendio di un'ambulanza, sono stati attuati nei confronti di gente che sosteneva la mia candidatura». Replica ancora Mangiaracina che asserisce «di avere condotto una campagna elettorale nel rispetto delle regole e leale nei confronti dei cittadini» e che «sono prevalsi i poteri politico, economico e della pubblica amministrazione utilizzati a fini clientelari». Un epilogo al vetriolo a Campobello che getta sospetti su entrambi i candidati. Ma si sa, alle elezioni si vince e si perde. Il Pd a Campobello ha vinto e si gode il momento. Baldo Gucciardi, deputato trapanese Pd, chiude gli occhi, cavalca l’onda ed elogia il suo partito e Caravà: “Il PD sostenendo Ciro Caravà a sindaco vince il turno di ballottaggio di Campobello di Mazara, unico comune della provincia in cui si è votato. Anche il Partito Democratico trapanese, dunque, contribuisce allo straordinario risultato conseguito in Sicilia”. Ma mentre il resto del Paese è stato travolto dal "vento del cambiamento", a Campobello non si muove una foglia.
Francesco Appari