amministrative. D'Alì ha in mano il partito, o meglio, quel che ne resta dopo le fughe verso l'Udc, il Pid e gli arcinemici di Futuro e Libertà. Ma è un marchio che vale tanto, anche con l'astro di Berlusconi ormai in caduta libera, e ci sono tante tensioni che covano all'interno del Pdl pronte ad esplodere, qualora una tempesta giudiziaria si abbattesse sul potente senatore trapanese.
Il primo appuntamento, per D'Alì, è l'11 Luglio, al Tribunale, a Trapani. Lì sta andando avanti a tappe serrate un processo poco seguito, ma molto importante. E' il cosiddetto processo "Cosa nostra resort". Tre anni fa gli inquirenti scoprirono che Tommaso Coppola, imprenditore del ramo edilizio affiliato a Cosa nostra, nonostante fosse agli arresti, riusciva tranquillamente a gestire il piccolo impero di beni e di attività di famiglia facendo passare ordini all'esterno. In particolare gli uomini della direzione investigativa antimafia scoprirono un pezzo di conversazione molto particolare. La riportiamo per intero:
«L’altra cosa, sarebbe opportuno dico, nel limite del possibile, parlare con Camillo Iovino per dire che vada a trovare il senatore e gli dica: "Perché senatore qua, questa cosa... e che questa Calcestruzzi continua a caricare cose... c’era un impegno per il porto di Castellammare... un occhio di riguardo, che questa deve continuare a lavorare e a portare materiale lì"... è chiaro? Attraverso il prefetto, hai capito? In forma riservata...»
Camillo Iovino è Sindaco di Valderice. Chiarirà la sua posizione proprio in questo processo dove è imputato per favoreggiamento. Il Senatore citato è invece - secondo l'interpretazione dei magistrati - D'Alì, che comunque nelle indagini non è mai entrato come persona indagata, ma che al processo Cosa nostra resort parteciperà lo stesso.
E già. Perchè i Pm hanno chiesto la sua audizione come persona informata sui fatti per capire un po' meglio questa vicenda delle imprese di Coppola, di come partecipavano alle gare pubbliche, in che tipo di affari fossero e con la compiacenza di chi.
DìAlè è stato chiamato a deporre insieme a quattro nuovi testimoni. La lettera che lo riguarda fu sequestrata dalla polizia a Caterina Fiordimondo, nipote di Coppola. Perchè Fiordimondo doveva parlare con D'Alì? Per ottenre - secondo i pm - garanzie in relazione alla fornitra per alcuni lavori da realizzare nel porto di Castellammare del Golfo.
E che deve dire D'Alì l'11 Luglio? Deve chiarire questa vicenda. La stessa Fiordimondo, infatti, ha negato ogni contatto con lui. Ma suo fratello Onofrio, dice che si, in effetti loro non contattarono D'Alì, contattarono il Sindaco di Valderice, Camillo Iovino, e fu lui a dare rassicurazioni per suo conto. Quindi sarà D'Alì alla fine a chiarire con chi ha parlato, e di che. A lui, il pubblico ministero Andrea Tarondo chiederà anche conto e soddisfazione dei suoi rapporti - qualora ve ne siano - proprio con Coppola.
Secondo l’indagine condotta dai pm Paolo Guido e Andrea Tarondo e coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Scarpinato «non può essere un caso che immediatamente dopo la richiesta di Coppola, il prefetto Finazzo abbia effettivamente convocato gli amministratori della Calcestruzzi Ericina proprio in merito alle forniture della "Siciliana inerti bituminosi", esattamente come richiesto dall´imprenditore detenuto... Deve pertanto ritenersi che lo stesso prefetto sia stato sollecitato dal soggetto politico che si identifica evidentemente nel senatore Antonio D´Alì, all´epoca sottosegretario all´Interno e quindi in stretto rapporto istituzionale con il prefetto».
Tommaso Coppola, condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso, era, secondo gli inquirenti, uno dei più stretti collaboratori del boss Francesco Pace. Dopo il suo arresto tutte le sue società sono state sequestrate dall’autorità giudiziaria.