Il governo, quindi, la smetta di minacciare un provvedimento che ne limiti l’utilizzo. Piuttosto faccia il possibile per assicurare ai magistrati e alle forze dell’ordine più risorse e mezzi”. Lo dichiara il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia, commentando l’operazione “Apice”.
11,52 - "L'operazione che ha portato all'arresto di Gaetano Riina, mostra come Corleone fosse ancora un territorio fondante per Cosa nostra". Lo ha detto il procuratore capo di Palermo Francesco Messineo, nel corso della conferenza stampa sull'arresto di Gaetano Riina, fratello di Totò, indicato come consigliere dei nuovi vertici dello storico mandamento nel Palermitano. "Quello di Corleone - ha proseguito Messineo - è un mandamento strettamente connesso gli altri mandamenti, ed è qui che la resistenza della mafia alle operazioni condotte dallo Stato si evidenzia con particolare forza".
Parlando delle indagini, che si sono avvalse di un significativo contributo di intercettazioni telefoniche e ambientali, Messineo spiega: "In un'intercettazione telefonica Gaetano Riina, parlando con un interlocutore, ha cura di specificare i confini precisi del mandamento. Con una precisione che ricorda quelle delle preture di paese, in cui si discutevano questioni di confini tra proprietari terrieri. Ciò - aggiunge - denota come la mafia continui ad essere uguale a sè stessa, coltivando e ricercando il radicamento territoriale, senza mostrare la minima intenzione di mutare le sue forme. La mafia trae dal territorio la sua forza".
Infine Messineo ha sottolineato come con questo arresto eccellente, "il pensiero corra subito a Corleone, ma la Corleone di oggi - ha concluso Messineo - non è certamente quella di 5 o 10 anni fa. La società civile ha fatto enormi passi avanti".
10,56 - L'anno scorso, il nome di Gaetano Riina era emerso nell'ambito di un'indagine della Dia di Roma sugli affari di 'ndrangheta e camorra a Fondi, dove opera uno dei maggiori poli agroalimentari d'Europa. Dall'indagine emergeva un rapporto fiduciarono fra le famiglie mafiose trapanesi e e Gaetano Riina.
09,50 - Gaetano Riina non è mai finito in carcere, ma già nei primi anni Ottanta il giudice Alberto Giacomelli gli aveva confiscato un immobile a Mazara del Vallo. Giacomelli, fu ucciso quando era ormai in pensione, il 14 settembre 1988. 09,07 - I carabinieri della Compagnia di Corleone hanno seguito praticamente in diretta le ultime mosse di Cosa nostra.
I summit, le estorsioni fra Corleone e Mazara del Vallo, e soprattutto la gestione dei proventi degli affari. Una parte dei soldi del pizzo e gli affitti di alcuni immobili intestati a prestanome sarebbero andati direttamente a Ninetta Bagarella, la moglie di Totò Riina. Ma è tempo di crisi per Cosa nostra, e la signora Riina si lamentava dell’esiguità della sua rendita, che serviva anche per le spese legali del marito.
A tenere la cassa erano Grizzaffi e Correnti, con la supervisione di Gaetano Riina. Anche se per eredità dinastica lo scettro del potere su Corleone sarebbe spettato solo a Grizzaffi, figlio dell’ex reggente, Giovanni, sposato con una delle sorelle Riina. Ma il giovane Giuseppe Grizzaffi veniva ritenuto inadeguato per il ruolo. Anche questo emerge dalle intercettazioni. Neanche i familiari gli perdonavano la sua passione eccessiva per l’alcol. E allora era stato affiancato da Correnti.
Intanto, Gaetano Riina continuava ad atteggiarsi a tranquillo pensionato di provincia. Ma ogni tanto partecipava anche a summit mafiosi. E dispensava i suoi consigli, soprattutto per organizzare sempre nuove estorsioni, soprattutto agli imprenditori che operavano nel settore degli appalti pubblici.
8,45 - L'attivita' investigativa, durata circa 3 anni, ha permesso di delineare il nuovo assetto del mandamento mafioso di Corleone e delle storiche famiglie che avevano subito durissimi colpi con l'arresto dei capi storici e con il sequestro di numerosi beni, dopo l'operazione Perseo, sempre condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo.
Le investigazioni da subito "hanno dimostrato la forte influenza di Gaetano Riina - dicono gli inquirenti - il quale, benche' residente da anni a Mazara del Vallo, forte della sua esperienza e del rapporto di parentela con il capo di Cosa nostra, era la persona con il giusto carisma e ascendente per poter rappresentare degnamente Corleone nel rapporto molte volte complicato con gli altri mandamenti della provincia".
8,00 - I carabinieri del Gruppo di Monreale e del Ros hanno arrestato il fratello del boss Totò Riina, Gaetano: è considerato il nuovo capo del mandamento di Corleone. In cella, insieme a lui, altre tre persone accusate di associazione mafiosa ed estorsione. Dall'inchiesta è emerso il ruolo di vertice che Gaetano Riina aveva assunto, nonostante vivesse da tempo a Mazara del Vallo, anche in virtù del legame di parentela col capo di Cosa nostra. Rappresentava il mandamento e gestiva i rapporti, molto spesso delicati, con gli altri clan della provincia.
Nell'operazione dei carabinieri che ha portato in cella il fratello di Totò Riina, Gaetano, di 79 anni, sono stati arrestati anche due pronipoti del boss corleonese: Alessandro Correnti, di 39 anni, e Giuseppe Grizzafi, di 33. Il quarto ordine di custodia cautelare in carcere riguarda Giovanni Durante, 57 anni, di Bagheria.
Gaetano Riina, 79 anni, è stato arrestato nella sua casa di Mazara del Vallo: non ha opposto alcuna resistenza. Il fratello del capo mafia ha precedenti per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti che risalgono alla fine degli anni '80. Il blitz e' scattato all'alba tra Corleone, Bagheria e Mazara del Vallo. Anche gli altri tre arrestati apparterrebbero al mandamento di Corleone. L'indagine, durata tre anni, è stata coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Ignazio De Francisci, e dal pm, Marzia Sabella. L'inchiesta ha permesso di delineare gli assetti del mandamento colpito, negli ultimi anni, dagli arresti dei leader storici e da numerosi sequestri di beni.