dicevano «siamo tutti indagati, dunque pronti per fare i deputati». L'ultima trovata, invece, è un manifesto che affida alle parole «Tale padre tale figlio» una dura critica per Massimo Ciancimino, e al tempo stesso gli contrappone, ergendolo a modello, il giudice ucciso dalla mafia: «Meglio un giorno da Borsellino che cento anni da Ciancimino».
I manifesti della Giovane Italia spuntano in città a una settimana dalle celebrazioni della strage di Via D'Amelio, avvenuta il 19 luglio 1992 a Palermo. «Nell'era della costruzione mediatica dei falsi eroi dell'antimafia», dice Carolina Varchi dirigente nazionale del movimento, «vogliamo ribadire quali sono i veri punti di riferimento dei giovani italiani. Per troppo tempo i soloni dell'antimafia, sempre pronti a dare lezioni non richieste di legalità, ci hanno propinato l'immagine di un Massimo Ciancimino ripulito ed in grado di svelare la verità sulle stragi del '92. Oggi vogliamo riaffermare che la vera famiglia da prendere ad esempio è quella di Paolo Borsellino, della moglie Agnese e dei figli», aggiunge, «che in questi anni non hanno cercato notorietà e, seppur nel dolore, hanno continuato a credere nelle istituzioni e nella lotta alla mafia fatta non di parole ma di un preciso stile di vita». Questa iniziativa precede la tradizionale Fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta, promossa da Giovane Italia e giunta alla sua quindicesima edizione, che si terrà a Palermo il 19 luglio. Il corteo partirà alle ore 20,30 da Piazza Vittorio Veneto (Statua della Libertà) e arriverà in Via D'Amelio dove verrà deposta una corona di fiori.