Noi abbiamo motivo di ritenere che la strage di via d'Amelio si inserisca in questo percorso di trattativa tra Stato e Cosa Nostra''. E' la testimonianza esclusiva di Sergio Lari, procuratore di Caltanissetta, a 'Dixit' in onda oggi alle 21.30 su Rai Storia, Digitale terrestre e Tivu'Sat nella puntata 'Giovanni Falcone, un giudice italiano' Nell'anniversario della scomparsa di Borsellino, che ha seguito di solo 57 giorni la morte di Giovanni Falcone, a Capaci, 'Dixit' di Giovanni Minoli, ricorda i due magistrati scomparsi e fa il punto sulle indagini in corso sugli attentati in cui hanno perso la vita.Nello spiegare i perche' della strage di via D'Amelio, secondo Lari ''o la trattativa non e' andata avanti perche' Borsellino si e' messo di traverso, o questa trattativa non andava comunque avanti perche' le richieste erano inaccettabili''.
''Quindi Riina -prosegue il procuratore che ha riaperto le indagini sulle stragi del '92- ha pensato di dare un altro colpo alle istituzioni anticipando l'esecuzione di una strage che in quel momento non rientrava nelle dinamiche organizzative di Cosa Nostra''. Nel ricordare quella drammatica stagione del '92, Claudio Martelli, allora Guardasigilli, rivela che rischio' di perdere il ministero per essere spostato alla Difesa.
Alcuni politici allora lo accusarono di aver ''esagerato nella lotta alla mafia''. Ricorda Martelli: ''Quanti avevano convissuto con la mafia. Convissuto non vuol dire che erano andati a braccetto, magari l'avevano subita, ma pensavano ch si sarebbe fermata. Qualche cadavere eccellente ogni tanto, ma non un'aggressione di tipo terroristico e stragista''.
Nella puntata, viene dato spazio anche al fallito attentato dell'Addaura del 1989 che aveva per bersaglio Giovanni Falcone. E l'ipotesi che lega l'Addaura a Capaci e via d'Amelio, vede la presenza di soggetti appartenenti alle istituzioni deviate che potrebbero aver dato suggerimenti o garanzie di impunita' a Cosa Nostra.
Molte le testimonianze presentate nel corso della puntata di 'Dixit', tra le quali quelle di Alfredo Morvillo, fratello di Francesca e cognato di Falcone, la sorella di quest'ultimo, Maria, i magistrati Leonardo Guarnotta, Giuseppe Ayala, Giuseppe Di Lello, l'avvocato Fernanda Contri, l'avvocato Francesco Crescimanno, i giornalisti Francesco La Licata e Marcelle Padovani.