Una pratica che ha tratto in inganno i consumatori, con grave danno anche per gli operatori del settore. Le indagini sono partite dal sequestro operato nel porto di Palermo di una cisterna piena di glucosio destinata a una ditta “fantasma”, ma in realta’ diretta alle aziende responsabili della frode.
Accertata inoltre l’indebita percezione di aiuti comunitari per 600 mila euro. Frode in commercio e truffa all’Unione europea i reati contestati.
A Mazara del Vallo l'operazione ha coinvolto due autotrasportatori.
Ecco la nota diramata dalla Guardia di Finanza:
I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Caltagirone (CT), hanno portato a termine una complessa indagine di polizia giudiziaria, durata circa 3 anni, che si è conclusa con l’esecuzione di 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere fra Napoli, Palermo, Catania, Trapani, Caltanissetta, nei confronti di altrettanti soggetti responsabili di avere fatto parte di una associazione a delinquere che, dal 2005 persone residenti ed operanti nelle Province di Napoli, Palermo, Catania, Trapani, Caltanissetta, costituitisi in una associazione a delinquere per la commissione di reati di frode in commercio nel settore vinicolo e truffa ai danni della Comunità Europea mediante l’indebita percezione di contributi comunitari all’agricoltura.
L’indagine ha tratto origine dal sequestro preventivo di una cisterna piena di glucosio liquido, tipo “sucrosweet”, utilizzato di solito nell’industria alimentare, eseguito al porto di Palermo dal Nucleo operativo della Guardia di Finanza ivi operante, nel dicembre 2007, proveniente da Napoli e dichiaratamente destinato ad una società del marsalese.
I primi accertamenti hanno appurato che quest’ultima società era di fatto inesistente e che il prodotto arrivato al porto palermitano era in realtà destinato ad una cantina vinicola di Mazzarrone (CT).
Sono scattate quindi più ampie investigazioni, condotte mediante indagini tecniche, perquisizioni, appostamenti e “scorte occulte” di automezzi su tutto il territorio nazionale, accertamenti bancari e finanziari, escussioni a sommarie informazioni di persone informate sui fatti e di indagati, interrogatori, riscontri documentali presso le compagnie di navigazione, accertamenti anagrafici, controlli incrociati, sopralluoghi e rilievi fotografici, che hanno permesso di appurare che l’azienda di Mazzarrone ha nel tempo prodotto ingenti quantitativi di uno “pseudo” vino, ricavato con tecniche di sofisticazione e l’utilizzo di glucosio, vinacce ed acqua, che, una volta imbottigliato, è stato immesso in commercio a prezzi concorrenziali sul mercato locale e straniero, “in barba” agli apprezzati e riconosciuti in tutto il mondo vini siciliani, con l’ulteriore intento di ottenere, a favore dei responsabili della frode, ingenti contributi comunitari quali aiuti alla produzione, in realtà non spettanti.
La frode è stata resa possibile grazie al sistema messo in atto da una Società per azioni napoletana di rilevanti dimensioni, produttrice di glucosio tipo sucrosweet, che, nel periodo compreso dal 2005 a tutto il 2007, ha, mediante più di 300 trasporti effettuati con documenti di accompagnamento falsi poi distrutti a destino, inviato 8.717 tonnellate di questo prodotto, che per norma di legge può essere impiegato solo nell’industria alimentare, a diversi operatori del settore vinicolo delle province di Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Catania.
Questo prodotto è stato impiegato per la produzione ed il commercio di 285.000 ettolitri di vino adulterato, nell’ambito delle campagne vinicole dalla 2005/2006 alla 2007/2008; si è trattato di vino non nocivo, ma di bassissima qualità che veniva spacciato per prodotto di pregio venduto comunque a prezzi altamente competitivi, con evidente inganno dei consumatori e grave danno per l’industria del settore e gli operatori onesti.
Inoltre, anche grazie alla collaborazione dei funzionari del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali - Ispettorato Controllo Qualità e Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari (I.C.Q.R.F.) di Palermo, è stata accertata l’indebita percezione di contributi comunitari all’agricoltura per un valore di quasi 600.000 euro, ottenuti tramite la simulazione di fittizie operazione di arricchimento del titolo alcolometrico dei vini, a mezzo di utilizzo di documenti di accompagnamento vitivinicoli (DAV) falsi, da parte dei responsabili di diverse cantine vinicole.
L’operazione di servizio - denominata “Non solo vino” per rimarcare il particolare tipo di frode scoperta, basata sulla produzione di vino non da uva ma bensì con altri prodotti estranei alla viticoltura - si è conclusa anche con il sequestro preventivo “per equivalente” di beni mobili e immobili e somme di denaro su conti correnti nella disponibilità dei soggetti coinvolti, fino a concorrenza dei contributi comunitari indebitamente percepiti.