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19/07/2011 04:48:08

"Rostagno sapeva chi erano gli assassini di Calabresi"

Lo ha rivelato  lo scrittore e giornalista Aldo Ricci, deponendo come teste di fronte ai giudici della Corte di Assise a Trapani nel processo a carico dei
 presunti autori dell'omicidio di Mauro Rostagno: il boss 
Vincenzo Virga, accusato di essere il mandante, e Vito Mazzara,
indicato come uno dei sicari del commando.

Il giornalista Mauro Rostagno, ucciso la sera del 26 settembre 1988 a Valderice, avrebbe pronunciato queste parole mentre passeggiava per le vie di Milano con il suo amico Aldo Ricci, conosciuto alla fine degli anni sessanta nella Facoltà di Sociologia a Trento.

«Con quelli di Lotta Continua - avrebbe riferito Rostagno a 
Ricci - non voglio più avere a che fare». Una decisione che,
 stando al teste, sarebbe maturata in concomitanza con il secondo
 congresso nazionale promosso da Lotta Continua a Rimini nel 
novembre 1976. Una rottura, quella tra Rostagno e Lotta
 Continua, che avrebbe portato «Pietrostefani a mandare Rostagno 
in Sicilia», ha aggiunto Ricci.

Aldo Ricci, il giorno dopo i funerali di Rostagno, giunse in Sicilia e lo sostituì per trenta giorni nella televisione dove lavorava, la Rtc. L'incarico di direttore gli fu affidato dall'editore dell'emittente Puccio Bulgarella, che in quel periodo ebbe modo di conoscere a fondo.

“Puccio Bulgarella, - ha dichiarato Ricci - dopo aver escluso per un mese di fila il coinvolgimento della mafia nel delitto del giornalista e sociologo, cambiò idea non appena Claudio Martelli, giorni dopo l'omicidio, gli promise un miliardo di lire in pubblicità”.

''Bulgarella, durante la mia permanenza a Trapani, mi ribadì più volte - ha aggiunto il sociologo Ricci in aula - che se ad uccidere Mauro Rostagno fosse stata la mafia, lui lo avrebbe saputo. Poi, dopo l'incontro con Martelli, cambio' idea, sostenendo che anche se non e' stata la mafia con la m maiuscola, potrebbe essere stata quella con la m minuscola''.

Nel corso del dibattimento e anche dalle dichiarazioni rese ai pm dal collaboratore di giustizia Angelo Siino, è emerso che Puccio Bulgarella sarebbe stato messo in guardia del fatto che gli editoriali di Rostagno non erano graditi a Cosa Nostra; è altresì emerso che Bulgarella, sfruttando le conoscenze in seno all'organizzazione mafiosa, era già riuscito una prima volta a salvare Rostagno.

Nell'ultima udienza ha parlato anche Nino Marino. Negli anni 80 svolgeva attività forense ed era dirigente del Pci. Ha definito Rostagno come " un giornalista puntuale, accreditato e ascoltato". Ha aggiunto che "continue erano le denuncie di Rostagno usando l’arma del giornalismo sulle cose che non andavano nelle città".

Il processo riprenderà il 28 Settembre con l'audizione di Carla Rostagno, sorella di Mauro.