Gli investigatori, guidati sal sostituto procuratore Dino Petralia, hanno concentrato la loro attenzione su alcune carte di credito Visa. Con queste carte «di provenienza illecita o comunque falsificata o alterata» tre marsalesi hanno versato notevoli somme di denaro sui conti correnti bancari intestati alle loro aziende, operanti in settori diversi. E ciò con la complicità di un'altra persona.
Gli indagati sono Riccardo Di Girolamo, di 32 anni, abitante in contrada Cuore di Gesù, titolare della ditta Dgr, Francesco Panico, di 50, di contrada San Silvestro, presidente dell'associazione «Bocca di rosa», Vincenzo Daniele Marino, di 31, di contrada Casazze, titolare della «Sicilycar», e Giuseppe Genna, di 51, di contrada Cuore di Gesù. A difendere i quattro sono, rispettivamente, gli avvocati Gaudino, Cavasino, De Filippi e Pellegrino.
Accertamenti sono stati svolti anche negli Usa, dove risiedono gli ignari titolari delle carte di credito secondo l'accusa clonate. E con le quali su tre diversi conti correnti bancari presso la locale agenzia del Monte dei Paschi di Siena sono stati complessivamente versati 127 mila euro. Su ordine della magistratura, le somme, naturalmente, sono state sequestrate dalla Guardia di finanza.
Tutto parte dall’agenzia di noleggio di Genna, la Sicily Car. Nello specifico, è stato scoperto che la carta Visa utilizzata «fraudolentemente» per un ordine di pagamento di ben 42 mila euro in favore della Sicilycar risultava essere intestata a tale Davide Weiss, mentre quella per il versamento di 40 mila euro all'associazione «Bocca di rosa» a tale Leonard Wessel.
Riccardo Di Girolamo, invece, il 16 maggio 2009, con la carta intestata a Faraj Saghri, aveva effettuato quattro ordini di pagamento per cifre da 3 mila a 26 mila euro.
Tra gli indagati per il giro di carte di credito clonate, il più noto alle cronache giudiziarie è Francesco Panico, titolare del locale «Bocca di rosa» di contrada Digerbato, il night club che a fine gennaio scorso è stato posto sotto sequestrato dai carabinieri, e poi ha riaperto dopo qualche giorno. Panico è stato denunciato per favoreggiamento della prostituzione, nonché per lesioni personali.
Ma anche gli indagati sono personaggi di un certo spessore. Si tratta, infatti, di due persone citate addirittura nell'indagine che ha recentemente condotto all'arresto, a Mazara, di Gaetano Riina, fratello di Totò..
I due soggetti sono Riccardo Di Girolamo e Giuseppe Genna. Entrambi abitano in contrada Cuore di Gesù, nella zona di Strasatti.
In una intercettazione, si ascolta il Di Girolamo che parla proprio con Gaetano Riina dell'inaffidabilità, a suo dire, di Genna, che aveva incassato , 46 mila euro con un'estorsione sui lavori in una strada provinciale a Salemi da distribuire tra le «famiglie» mafiose di Mazara e Trapani. E Riina avrebbe condiviso le lagnanze del Di Girolamo sul Genna. Quest'ultimo, originario di Paceco, è già noto alla giustizia in quanto ha precedenti penali per associazione a delinquere ai fini della truffa assicurativa per i veicoli a noleggio, bancarotta fraudolenta, emissione di assegni a vuoto.
«Per quel che mi risulta - afferma, intanto, l'avvocato Giovanni Gaudino, legale di Riccardo Di Girolamo - il mio cliente non è indagato nell'ambito dell'inchiesta sfociata nell'arresto di Gaetano Riina. E c'è solo quella intercettazione che lo riguarda».