"Nel 2005 ho dovuto lasciare il mio Paese, la Guinea-Bissau, perché ero perseguitato e mi sono trasferito in Libia dove sono rimasto fino a qualche mese fa - racconta Mbalo Bakari, uno degli ospiti - I governi degli altri paesi europei, a chi viene dalla Libia, rilasciano subito il permesso di soggiorno, in Italia invece riceviamo solo dinieghi".
Ad esasperare gli animi anche le condizioni in cui sono costretti a vivere alcuni degli ospiti del Cara. Lo stesso direttore del Centro, Gaspare Sieli, conferma che il loro nervosismo "è legato ai dinieghi decisi dalla Commissione territoriale che valuta sulla scorta delle loro indicazioni" ma anche, stando ad alcune segnalazioni degli stessi giovani, al fatto che alcuni di loro dormono in una palestra anzichè nelle stanze come gli altri.
"Una ventina di ragazzi - conferma Sieli - dormono sui materassi per terra in uno stanzone. È una sistemazione passeggera dovuta al fatto che alcuni di loro hanno rotto i letti a castello nelle loro stanze, ma la prefettura sta provvedendo a dar loro una degna sistemazione". A complicare la situazione anche il fatto che gli immigrati sono di 14 etnie diverse, con situazioni e problematiche differenti.