Sono Giovanni Paolo Mezzapelle, di 63 anni, e Giovanna Ingoglia, di 68, "sensali" del settore vinicolo. Alla donna sono stati concessi i domiciliari. A capo dell'organizzazione ci sarebbe un sensale di Gela, che il 2006 e il 2008 ha messo in circolazione circa 1600 documenti di accompagnamento necessari per il trasporto di uve da mosto, per attestare la cessione di uva ad aziende compiacenti. Per aver fittiziamente incamerato i quantitativi di uva due aziende di Marsala e la cantina di Mazzarrone hanno percepito 1,7 milioni di contributi comunitari.
In toalte sono state 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere fra Napoli, Palermo, Catania, Trapani, Caltanissetta e Canicattì nei confronti di persone accusate di aver fatto parte di una associazione per delinquere che, dal 2005 al 2007, ha commercializzato a prezzi concorrenziali “285 mila ettolitri di vino prodotto non con uve ma con altri prodotti, come il glucosio, spacciandolo come vino di pregio, traendo in inganno i consumatori e con grave danno per gli operatori del settore”.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Caltagirone, culminata nell’operazione denominata ‘Non solo vino’, è durata circa tre anni ed ha portato alla scoperta di una associazione per delinquere per la commissione, dal 2005, di reati di frode in commercio nel settore vinicolo e truffa ai danni della Comunità Europea mediante l’indebita percezione di contributi comunitari all’agricoltura.
L’indagine ha tratto origine dal sequestro, avvenuto nel dicembre del 2007 nel porto di Palermo, di una cisterna piena di glucosio liquido, tipo ’sucrosweet’, utilizzato di solito nell’industria alimentare. I militari hanno accertato che il prodotto è stato impiegato per la produzione ed il commercio di 285 mila ettolitri di vino adulterato, nell’ambito delle campagne vinicole dalla 2005-2006 alla 2007/2008; si è trattato di vino non nocivo ma di bassissima qualità, che veniva spacciato per prodotto di pregio. Il materiale sequestrato a Palermo proveniva da Napoli ed era destinato ad una società del Marsalese.
Le indagini hanno accertato che la società era inesistente e che il prodotto era in realtà destinato ad una cantina vinicola di Mazzarrone, in provincia di Catania, che ha prodotto ingenti quantitativi di uno “pseudo vino” ricavato con tecniche di sofisticazione e l’utilizzo di glucosio, vinacce ed acqua che, una volta imbottigliato, è stato immesso in commercio a prezzi concorrenziali sul mercato locale e straniero con l’ulteriore intento di ottenere ingenti contributi comunitari quali aiuti alla produzione.
La frode è stata resa possibile grazie ad un sistema messo in atto da una società per azioni napoletana di rilevanti dimensioni produttrice di glucosio tipo sucrosweet che tra il 2005 e il 2007 ha inviato 8.717 tonnellate di questo prodotto a diversi operatori del settore vinicolo delle province di Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Catania.
Gli investigatori hanno inoltre constatato che, a fronte dei quantitativi di uva fittiziamente incamerata con i Dav falsi emessi dal “sensale di uva”, le aziende di Marsala e la cantina di Mazzarrone avrebbero percepito indebiti contributi comunitari per un totale di 1.170.000 di euro erogati dall’Agea (Agenzia per erogazioni in agricoltura) per l’arricchimento del vino, nonchè utilizzato contabilmente false fatture per un totale di 7.250.000 di euro. Accertata anche un’evasione di Iva per 550.000 euro circa e di Imposte sui redditi per un totale imponibile di 2 milioni di euro circa. Complessivamente sono stati sottoposti a sequestro preventivo beni mobili e immobili di proprietà degli indagati per un totale di 3.7 milioni di euro circa, pari alle imposte evase ed ai contributi pubblici illecitamente percepiti.